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Moto Guzzi (1958 – 1965)
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Un inizio molto promettente che fu di sprone agli uomini della Guzzi per aumentare l’impegno.
Con l’impegno aumenta anche la cilindrata:
al modello da 175 cc si affianca, nel 1959, una nuova versione ad aste e bilancieri, maggiorata a 235 cc. (alesaggio 68 mm x corsa 64 mm)
Notevoli le migliorie al telaio, irrobustito in più punti, e alla ciclistica.
Continua la sperimentazione sul posteriore, con una minor l’inclinazione degli ammortizzatori, e sul sistema di aspirazione; il bauletto porta attrezzi posto sotto la sella, assume via via forme diverse sino ad ospitare una vera e propria la cassa filtro, a fianco del serbatoio dell’olio, esterno ai carter motore.
Dopo un deludente inizio di stagione, il sistema ad aste e bilancieri viene sostituito e si ritorna all’albero a camme in testa, pur se di nuova concezione.
Questa seconda versione si dimostrò particolarmente generosa, capace di erogare quasi 15 cavalli a 7800 gm, e segnò un nuovo corso nella storia della Guzzi, ma anche nella storia della Motoregolarità.
La Guzzi si presentò alla Sei Giorni di Gottwaldov (Cecoslovacchia) con queste nuove moto e una squadra di grande prestigio.

Gianfranco Saini venne affiancato da Nino Tagli, Tullio Masserini (reduce dalla vittoria alla Valli con il Giubileo 98) e Luciano dall’Ara.
La squadra italiana in lizza per il Trofeo (Masserini, Moscheni, Mattioli, Gian Franco. Saini, Strenghetto e Vanoncini) si classificò seconda alle spalle dei padroni di casa, anche grazie alla medaglia d’oro di Gianfranco Saini (Guzzi 235) e quella d’argento di Tullio Masserini (Guzzi 175).
Fuori team si distinse anche Nino Tagli (Guzzi 175), anch'esso medaglia d’oro.
La fine stagione fu purtroppo legata ad un evento triste e luttuoso.
Durante una gara a Seregno, Luciano dall'Ara, in sella ad una Lodola Guzzi 175, venne coinvolto in uno scontro con una vettura che proveniva in senso contrario e perse la vita, confermando ancora una volta l’amara constatazione che i veri pericoli di questo sport non si nascondono nei sentieri impervi di montagna, ma nel quotidiano traffico stradale.
Nella medesima occasione accadde un episodio che è viceversa piacevole ricordare.
La Lodola di Luciano dall'Ara era abbinata alla partenza con la Gilera 175 Regolarità Casa dell’amico Carlo Moscheni, compagno di scuola sin dalle elementari e vincitore della gara stessa.
Proprio durante quella corsa venne scattata a Carlo Moscheni la foto che, alcuni anni più tardi, ispirò il manifesto stilizzato che è divenuto il logo di tutte le Valli degli ultimi 40anni.
Nel 1960, con la sua ultima e più sofisticata versione della Lodola 235 la Guzzi si impose ai vertici di tutte le classifiche e, per alcuni anni, divenne la moto da battere.

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