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Venne inoltre approntata un’ulteriore versione da 255 cc, in uso ai soli piloti ufficiali.
Le moto erano tutte equipaggiate con il nuovo telaio, mozzi conici Grimeca, comandi Magura in ergal, forcella Marzocchi da 35 mm ZTI Piuma e cerchi in alluminio Akront per la serie ES; forcella tradizionale e cerchi in ferro per gli ER.
Le sovrastrutture erano in plastica, ad eccezione del parafango posteriore, che continuava ad essere in fibra di vetro.
Sulle moto ufficiali, nel 1976, fece la sua comparsa anche il serbatoio in alluminio.
Le colorazioni erano in linea col passato, con ciclistica e sovrastrutture grigio metallizzato, carter esterni del motore neri per i soli sette marce e serbatoi verniciati nelle differenti colorazioni a seconda delle cilindrate: rosso di tre tonalità differenti per il 50 il 100 e i cross, blu per il 125, verde per il 175 e mattone per il 250, tutti con base metallizzata.
Malgrado le elevate aspettative, il tormentone dell’anno, che coinvolse negativamente un po’ tutte le marche che adottarono i motori Sachs, fu costituito dal fatto che, se i motori a sei marce si dimostravano sempre più fragili rispetto alle elevatissime potenze che erano in grado di esprimere, i nuovi motori a sette marce si dimostrarono, viceversa, sempre troppo poco potenti rispetto al notevole ingombro e peso di tutte le loro componenti.

L’intera stagione oscillò quindi fra luci e ombre, che portarono ad un inevitabile divorzio finale con la casa tedesca.
Malgrado le speranze riposte nei nuovi motori si dovettero presto ridimensionare, la base su cui lavorare era solida ed i tecnici SWM, intrapresero un attento lavoro di modifica e miglioramento che, unito alla bravura dei piloti, portò l’intera squadra a raggiungere risultati più che soddisfacenti ed a calcare ancora una volta il primo gradino del podio.
Per contenere i pesi si faceva uso di leghe leggere, mentre la viteria in titanio garantiva l’affidabilità.
Nel Campionato Italiano, agli ottimi primi posti di Gualtiero Brissoni nella classe 125, e di Pierluigi Laureati nella classe oltre 250, si affiancarono gli altrettanto ottimi secondi posti di Pietro Gagni nella classe 50, Maurizio Radici nella classe 100, e Pierluigi Rottigni nella classe 175.
Sergio Sala arrivò terzo nella classe 250.
La SWM risultò inoltre 1° nella speciale classifica per Squadre d’Industria.


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