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1977 – La scelta di cambiare il motore venne affrontata con grande coraggio e l’intero team SWM si buttò nell’impresa di progettare una moto completamente nuova, capace di compiere un ulteriore e importante passo avanti.
I grandi cambiamenti in atto nel mondo delle corse imponevano infatti altrettanti cambiamenti sulle moto che, a quelle corse, partecipavano.vA fronte di una difficoltà di percorso pressochè immutata da oltre un decennio, l’evoluzione tecnologica aveva fatto registrare una crescita costante e generalizzata, livellando enormememente la qualità delle prestazioni.
Sempre più spesso molti piloti si dimostravano in grado di compiere l’intero percorso a zero penalità e la discriminante era sempre più concentrata nelle prove speciali, il cui taglio prettamente crossistico richiedeva moto sempre più simili, nell’impostazione e nella struttura, alle moto da cross.
La maggior maneggevolezza nel fettucciato, in particolare, poteva rappresentare il punto di forza di una moto da enduro, ed i tecnici SWM si concentrarono proprio in questa direzione.
La vasta esperienza maturata nel corso degli anni in questo settore, favorì la creazione di un nuovo telaio, più leggero, pulito e razionale, a culla unica, sdoppiata all’altezza della testa, e caratterizzato da un baricentro più alto ed un passo più lungo.
Il forcellone posteriore allungato ed a sezione ovale, consentiva una maggior inclinazione degli ammortizzatori, mentre diminuì leggermente l'inclinazione dello sterzo.

Le nuove moto, allestite inizialmente solo per la squadra ufficiale, vennero commercializzate a partire da giugno, il tempo minimo per poter compiere tutti i collaudi e le verifiche del caso, e rappresentano un eccellente esempio della creatività e delle elevate capacità dei tecnici milanesi.
Il passaggio dal primo prototipo al modello definitivo, presentato al Salone del Ciclo e Motociclo di fine anno, implica quindi una fase evolutiva ricca di modifiche e cambiamenti messi in atto per l’intera stagione.
Sin dall’inizio si instaurò uno stretto rapporto di collaborazione con i tecnici austriaci e si puntò ad ottenere un motore ancora più efficiente, rispetto alla normale produzione di serie, particolarmente adatto alle necessità della squadra.
Le migliorie coinvolsero anche l’estetica dove venne enfatizzata la caratterizzazione del marchio SWM, impresso sia sui carter motore laterali,  sia sui soffietti, tamponi ed elastici vari, nonché parafanghi e tutto quanto si prestasse ad essere personalizzato.


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