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1952 – La Six-Days del 1952 si corse in Austria, dal 9 al 14 settembre, a Bad Aussee, e si dimostrò immediatamente un grande successo.
Dopo aver rifiutato più di 80 candidature, furono ammessi sulla linea di partenza 262 piloti, di cui solo 260 presero il via.
I 63 piloti tedeschi formavano la compagine più numerosa, seguiti da 55 inglesi, 31 italiani, 29 austriaci, 23 olandesi, 20 svedesi, 17 svizzeri, 12 cecoslovacchi, 7 spagnoli, 1 danese ed 1 irlandese.
Anche tre donne si erano regolarmente iscritte, l’inglese Olga Kevelos, in sella ad una Parilla, che si ritirò il 3° giorno, seguita a breve dalla connazionale Molly Briggs, in sella ad una Triumph.
L’italiana Vittorina Massano, in sella ad una Rumi 125, nemmeno si presentò alla partenza.
Fra le centinaia di moto presenti, se ne contarono solo otto di cilindrata inferiore a 100 cc, tre Alpino da 75cc e 5 NSU Fox da 99cc.
L’intera Squadra Alpino portò a buon fine la prova e, nella Classifica a Squadre, risultarono le migliori fra le moto italiane, al 7° posto, alle spalle di Jawa, CZ, BMW, BSA, CZ e Jawa.
Le Alpi austriache ed i loro durissimi percorsi diedero del filo da torcere a tutti i partecipanti ed, anche in questa edizione, si corse una prova notturna.
Alla fine del sesto giorno, dopo una severa selezione, solo 158 piloti tagliarono il traguardo.
Scorrendo le immagini delle moto impegnate in gara si nota che il processo di trasformazione proseguiva rapidamente.
Tutte le moto migliori erano appositamente preparate e, fra gli accorgimenti adottati per renderle più competitive, si notavano i parafanghi alti, i primi tipi di manubrio largo, inizialmente a “corna di bue”, senza barretta centrale di rinforzo, i tubi di scarico alti per superare i guadi, ed i primi, ingegnosi, sistemi di protezione dell’aspirazione.
Trattandosi di un sport nuovo ed in continua evoluzione, la sperimentazione era a 360°, e non tutte le novità si dimostrarono valide, come, ad esempio, gli originali “rastrelli”  per togliere il fango dai copertoni, che esordirono sulle Maico alla Six-Days, ma che furono copiati da molte altre marche prima di essere abbandonati da tutti.
La squadra cecoslovacca formata da Zdenek Kolicek, Jaroslav Pudil, Richard Dusil, Jiri Kubes e Jan Novotny conquistò il Trofeo, ed i loro connazionali Frantisek Blaha, Vojtech Kolar e Bohumil Kabat conquistarono il Vaso d’Argento.

L’Italia fu presente con una squadra mista, un assortimento di cinque differenti marche, formato da Alpino 73, Rumi 125, Parilla 150,  semi-scooter Aermacchi 125 e Guazzoni 175.
Al traguardo si presentarono solo quattro piloti, Cavalli, Grieco, Premoli e Serafini, classificandosi al 6° posto.
Un risultato simile lo ottennero i due equipaggi in lizza per il Vaso d’Argento Vaso, Italia B (Fornasari, Benzoni e Ventura) e Italia A (Romano, Riva, Strada) che si classificarono rispettivamente 6° e 9°.
Il migliore degli italiani fu Ventura, su MV 125, che conquistò la medaglia d’oro, Riva, su Rumi 125, ottenne la medaglia d’argento, mentre Carissoni (Rumi), Bernardi (Puch 250) e Ravinale (Morini 125) ottennero la medaglia di bronzo.

1953 – Anno dopo anno, l’ISDT cresceva di importanza, e l’edizione cecoslovacca di Gottwaldov-Zlin,  che si tenne dal 15 al 21 settembre, confermò ulteriormente la tendenza.
Grazie alla fattiva collaborazione dei corpi militari nazionali, i 247 piloti che si presentarono in rappresentanza di 18 differenti nazioni poterono fruire un robusto apparato  organizzativo.
I padroni di casa figurarono bene anche sul campo di gara, ma si dovettero accontentare del Vaso d’Argento, assegnato all’equipaggio formato da Frantisek Blaha, Vojtech Kolar e Bohumil Kabat.
Il Trofeo andò, anche se per l’ultima volta, agli inglesi, John V. Brittain, W.J. Stocker, S.B. Manns, P.H. Alves e B.H.M. Viney.
Per l’occasione, lo squadrone Jawa fu arricchito da una presenza femminile, Ewa Calewska, che riuscì a portare a termine l’intera prova.
In rappresentanza dell’Italia si presentarono solo sei piloti, Maspes, G. Ravinale, Dietrichs Serafini, Longoni, Zanzi e N. Grieco, nessuno dei quali arrivò al traguardo.

1954 – Con la metà degli anni 50 si compie il ciclo delle moto inglesi che, ormai in declino, cedono il passo ad avversarie sempre più potenti ed agguerrite.
Il rapido progresso tecnologico portò alla ribalta i motori a due tempi, spiazzando la pluridecorata scuola inglese, le cui moto invecchiarono rapidamente.
La Six-Days inglese di Llandrindod Wells, fu dominata da cecoslovacchi Bohuslav Roucka, Jaroslav Pudil, Sasa Klimt, Jiri Kubes e Vladimir Sedina, che conquistarono il Trofeo, mentre il Vaso d’Argento se lo aggiudicarono gli olandesi  S. Schram, B.L. Jansema e Martin den Haan.
Il Team italiano in lizza per il Trofeo, composto da Franco Dall'Ara, Domenico Fenocchio, Ennio Longinotti, Bruno Romano e Dietrichs Serafini si classificò al quarto posto.
Analogo risultato, nella classifica del Vaso, per il terzetto di Italia A (Miro Riva, Pietro Carissoni e Franco Farnè), seguito al 14° posto da Italia B (Costanzo Daminelli, Alberto Gandossi, Enrico Vanoncini).
Domenico Fenocchio (Gilera 125), Bruno Romano (Rumi 125), Pietro Carissoni (Rumi 125), Gian Franco Saini (Gilera 150), Costanzo Daminelli (Mi-Val 125), Dietrichs Serafini (Gilera 150), Miro Riva (Rumi 125), Mario Fornasari (MV 175), Dario Basso (Rumi 125), conquistarono la medaglia d’oro.
A Franco Dall’Ara (Mi-Val 125), Franco Farnè (Ducati 98) e Malaguti (Ducati 98) fu assegnata la medaglia d’argento, mentre Ennio Longinotti (Mi-Val 125) e Carlo Blumer (Sterzi 150), ottennero quella di bronzo.

Nel 1954 fu istituito il Campionato Italiano di Regolarità, disputato sulla distanza di 5 prove.
Partito in sordina con le due prime prove, la “12 Ore di san Giusto” e lo “Scudo del SUD”, abbastanza facili, si dimostrò, altamente selettivo nel finale, con la Valli Bergamasche, il Trofeo Würher, a Brescia, ed i  Quattro Valichi di Edolo, sempre in territorio bresciano.
La classifica per Squadre d’Industria fu vinta dalla Mi-Val, mentre in quella individuale a classe unica si affermò Ennio Longinotti su Mi-Val 125 cc.


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