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1955 – Sino al 1954, le Sterzi che si cimentarono nelle competizioni, furono moto di serie, elaborate artigianalmente dai vari piloti, sulla base delle proprie esperienze personali e della fantasia dei loro meccanici, anche se il fatto che Carlo Blumer fosse il Direttore Commerciale della Sterzi, può far legittimamente supporre che i modesti interventi effettuati sulla sua moto, fossero già il frutto di un impegno diretto della casa bresciana nelle competizioni in fuoristrada.
Si trattò sempre di modelli stradali quindi, con pochissime modifiche, come i parafanghi leggermente rialzati, il manubrio a “corna di bue”, le tabelle porta numeri con le appendici per togliere il fango dal copertone anteriore, e la sella singola, classica, triangolare con telaio in ferro e supporto a molle, e la sella del passeggero più arretrata sul culmine del parafango posteriore.
Attorno alla metà degli anni 50, la “regolarità” accentuò fortemente i connotati tipici delle competizioni in fuoristrada ed anche le moto impegnate in questa nuova disciplina sportiva si trasformarono radicalmente, per far fronte alle difficoltà sempre più marcate dei vari tracciati di gara.
Proprio in quegli anni, un po’ tutte le case italiane impegnate in questo sport, compresero la necessità di creare qualcosa di nuovo, e fu così che nacquero i primi modelli specificamente preparati per il fuoristrada.

Anche la Sterzi non fu da meno ed allestì un suo modello per le gare di Regolarità .
Come motore fu confermata la scelta del due tempi, ma di cilindrata superiore, 175cc, particolarmente potente, anche grazie al carburatore Dell’Orto SS 28, con filtro Dell’Orto F20, ed un tubo di scarico molto più generoso.
Rispetto al più tranquillo 160cc, si poteva notare un nuovo gruppo termico, l’imbiellaggio e molte altre componenti inedite. Testa e cilindro presentavano un’alettatura molto più estesa per migliorare il raffreddamento.
Anche il telaio del “regolarità” era differente dai modelli stradali: molto più robusto, con vari punti di rinforzo, ma soprattutto con i tubi della doppia culla anteriore di maggiore diametro.
Il serbatoio, secondo la moda del tempo, aveva due tappi, per i due serbatoi accoppiati ed indipendenti l’uno dall’altro (in caso di caduta e di rottura del serbatoio, il pilota avrebbe avuto il secondo serbatoio di riserva).


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