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1977 – Come spesso accadde in questo pittoresco mondo, il titolare dell’azienda fu al tempo stesso progettista, pilota e meccanico, indossando le varie vesti senza mai perdere il filo conduttore della passione, anche quando il desiderio di costruire, crescere e migliorare, prese il sopravvento.
La AMR era un’azienda giovane e dinamica come il suo titolare; da un anno con l’altro rinnovò la base delle sue proposte, estese anche al cross; grazie ad un nuovo sbocco commerciale con la Germania, la produzione crebbe sino a 150 unità.
Le nuove AMR vennero migliorate nel serbatoio (in vetroresina, squadrato con adesivi lunghi), ma soprattutto nel telaio di nuova concezione, che contraddistinguerà anche tutta la produzione successiva: molto raccolto, di chiara ispirazione crossistica, con una strettissima triangolatura posteriore ed una culla anteriore monotrave, sdoppiata all’altezza della testa.
Grazie ad un minor valore di inclinazione dello sterzo, che dai 25° della prima serie si riduce di mezzo grado, migliora la maneggevolezza e la guidabilità.
Nuovi anche il forcellone posteriore a "banana" da 35mm di diametro e rinforzo inferiore longitudinale saldato di piatto, i fianchetti laterali senza tabelle portanumero ed il colore rosso intenso di telaio e serbatoio, in contrasto con i parafanghi Stilmotor bianchi.
Per dare maggior solidità al parafango posteriore, venne aggiunto un archetto che si chiudeva dietro la sella.
Differenti anche forcelle e ammortizzatori: Ceriani in magnesio col perno in asse e, posteriormente, Corte e Cosso a vaschetta separata, da 360mm di lunghezza.

Rispetto alla sorella maggiore, il 50 aveva un serbatoio più tondeggiante che, abbinato al parafango anteriore basso sulla ruota, richiamava vagamente le belle linee del Mazzilli primo tipo.
Tutte queste novità aumentarono l’interesse del pubblico e, per il mercato italiano, vennero prodotti 46 pezzi da 125cc, 30 da 175cc e 21 da 250cc, mentre altri 50 pezzi vennero spediti in Germania.
Nel 1977 iniziò infatti la collaborazione con Peter Heuser, un commerciante di moto e biciclette, con una serie di negozi tra Troisdorf e Francoforte.
Peter Heuser era interessato alla commercializzazione/produzione di un 250 da cross motorizzato Sachs; girando per l'italia, si era imbattuto nella Tecnomeccanica Pedroni ed aveva apprezzato il telaio AMR.
Con una commessa iniziale di 50 pezzi, del modello MX 250 da cross, ottenne di poter distribuire le moto sul mercato tedesco con il marchio HMT, acronimo di Heuser Motorrad Troisdorf.
Peter Heuser si dimostrò immediatamente molto di più che un semplice rivenditore in Germania; mise a frutto tutte le sue profonde conoscenze presso il reparto corse Sachs ed i suoi piloti, per ottenere corsie preferenziali nelle forniture di motori, materiali da competizione e pezzi speciali.
Il rapporto di collaborazione si dimostrò più che proficuo e fu foriero di ottimi risultati sportivi.
Dati i tempi non c’è da meravigliarsi se la maggior parte della clientela fosse residente nel raggio di “relativamente pochi chilometri” ed è quindi nelle classifiche del Campionato di regolarità Regionale Ligure che bisogna cercare, per trovare la prima, netta, affermazione sportiva, con Giampaolo Pignatelli campione della classe 75 cc.


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