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Nel corso della sua breve, ma intensa attività agonistica, il vulcanico creatore della AMR, non perse occasione per sperimentare e reinventare sempre nuove soluzioni, frutto di intuizioni geniali e innovative, come ad esempio, l’aver applicato, con successo, una valvola sullo scarico, comandata dal depressore della Fiat 600.
Nel 1979 Titta Tarditi progettò una delle sue più interessanti realizzazioni, un primo, rudimentale, ma efficace esempio di sospensione progressiva sul posteriore, che lo colloca, se non tra i precursori, sicuramente tra i primi.
Il tradizionale sistema di molleggio era arrivato ormai al suo culmine e tutti si trovavano di fronte al limite insuperabile compreso fra le molle “dure” e resistenti, ma sempre troppo rigide, e le molle "morbide", più sottili, ma irrimediabilmente destinate a chiudersi a pacco nel momento di maggior sforzo.
Per poter superare questo scoglio era indispensabile “inventare” qualcosa di nuovo.
Un giorno, esponendo ad un amico ingegnere, ovviamente extrasettore (oggi Fincantieri allora "Cantieri Navali Riuniti" di Riva Trigoso - GE) tutte le sue elucubrazioni in proposito, arrivò il suggerimento che lo mise sulla strada buona.
Per potere andare oltre bisognava inventare un marchingegno capace di moltiplicare la spinta e comprimere più di quanto la sollecitazione stessa sarebbe stata in grado di provocare normalmente.
“mettici una carrucola, un pantografo, mettici  quello che vuoi, ma devi fare in modo che progressivamente si comprima di piu rispetto alla corsa della leva", intendendo per “leva” il forcellone.

Detto fatto, si mise immediatamente all’opera e, dopo svariati tentativi, la soluzione arrivò mantenendo gli ammortizzatori fissati, in basso, al forcellone e collegati in alto al braccio di un bilancino, che faceva perno sul telaio, e veniva a sua volta azionato da un tirante che lavorava in parallelo agli ammmortizzatori.
Alla compressione che arrivava normalmente dal basso si sommava quindi quella del bilancino che spingeva dall’alto.
I fianchetti vennero sbrigativamente adattati, eliminando la parte che interferiva con il movimento del bilancino.
A questo punto si trattava solo di definire i diametri delle molle e dimensionare il tutto attraverso una serie di test.
Alla terza prova, Sergio Zangrandi si sentì pronto a scendere in campo con questo strano aggeggio sul retrotreno.
Il nuovo sistema venne battezzato "PTG", acronimo di "Progressivo Tarditi Giambattista", consacrato da un vistoso adesivo sul forcellone.
Il debutto si trasformò in un immediato successo, ma la breve vita della AMR non consentì un ulteriore sviluppo.




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