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CMK – Domino (1968 – 1976)
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Tutto sembrava volgere al meglio, e il 1972 avrebbe dovuto essere l’anno della riscossa, ma la cronica mancanza di mezzi fece precipitare la situazione.
La produzione andò estremamente a rilento e non andò mai oltre la fase di prototipo.

Durante il 1972 e il 1973 vennero realizzati alcuni modelli della seconda serie nelle cilindrate 50, 100 e 125, portati in gara da Walter Arosio e Renzo Menestrina e da altri volenterosi piloti privati.

Alla fine della stagione 1974, in assenza di risultati concreti e nell'impossibilità di proseguire in una attività che non garantiva un utile economico, la CMK dovette chiudere i battenti.

Gli anni cui si fa riferimento sono, tutto sommato, recenti ed un giovane che legge queste righe può erroneamente pensare ad una realtà abbastanza simile a quella odierna.

Chi viceversa quegli anni li ha vissuti quando pensa a quei tempi non può non ricordare l’estrema scarsità di risorse che li caratterizzarono, a partire dalle officine ricavate in locali di fortuna che durante i mesi invernali non erano nemmeno riscaldati.

Otto lavorava con cappotto, sciarpa e cappello in una rimessa vicino a casa con due lampadine, un trapano e quel poco di utensili che si poteva permettere; se rapportiamo le condizioni di lavoro ai risultati non è certo eccessivo definirli “miracolosi”.

La validità e l'ingegno creativo di quest'uomo sono indiscussi ed è un vero peccato che di questi piccoli gioielli tecnologici ne siano stati prodotti solo pochissimi esemplari.
Nel 1975 un industriale vicentino, Guido Borghin, animato anch'esso da grande passione per la motoregolarità, tramite il tecnico della Laverda Giuliano Galliazzo, presso la cui azienda Otto si approvvigionava di alcune componenti, stringe i primi contatti per acquistare la CMK.

L'anno successivo, nel 1976, l’attività passa definitivamente di mano e viene rilevata da Guido Borghin. La produzione prosegue ancora per alcuni anni con il marchio Gabor.

Alla scuola di Otto Kohler è cresciuto, viceversa, un marchio che ha saputo abbinare le conoscenze tecniche alla necessaria capacità imprenditoriale, raggiungendo meritatamente il successo: i fratelli Polini, che non hanno certo sprecato l'importante esperienza fatta a Rivoltella del Garda negli anni d'oro della sua attività.

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