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Gori (1968 – 1981)
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1969 – Sin dal suo primo modello la Gori si dimostrò competitva e vincente e, sull’onda delle positive esperienza crossistiche, nel 1969 venne allestito il primo modello da fuoristrada, che altro non era che il modello da cross, adeguatamente accessoriato per la circolazione su strada.
Al fine di risolvere rapidamente alcune problematiche in sede di omologazione, fu raggiunto un accordo con la pratese Moto Bimm, dell’amico Josè Becocci, e inizialmente vennero commercializzate come “Gori Bimm”, ma le due aziende rimasero distinte e separate ad ogni effetto e il fatto in se va considerato quindi come un dettaglio burocratico tutto sommato irrilevante, rispetto alla storia delle moto Gori.
E’ importante però ricordare che nei primi anni di produzione, per ovvi motivi commerciali, non si lavorò per costruire vere e proprie macchine da corsa, ma più semplicemente dei ciclomotori molto ben fatti che permettevano ai giovani di farsi validamente le ossa, a prezzi contenuti.
Si trattava comunque di una produzione di qualità, seguita pezzo per pezzo con grande cura e passione, che riscosse un rapido successo e che convinse Giancarlo Gori a trasferirsi in una nuova sede, alla periferia di Firenze, in via Rocca Tedalda 449, dove vennero attrezzati i locali adatti a produrre una piccola serie di 5 moto alla settimana.

Come insegna della neonata fabbrica venne scelta la dizione “Officina Meccanica Gori”.
Il primo approccio col mondo delle competizioni, nel quale era indispensabile acquisire esperienza e crescere gradatamente, fu limitato al cross dove nelle categorie cadette era sicuramente più facile emergere e trovare un buon riscontro fra gli sportivi.
Per le prove di Regolarità la produzione fu quasi interamente destinata alla fascia di mercato più accessibile, la cosidetta versione “codice”, che non era oggettivamente in grado di competere con successo in questo tipo di gare.
In occasione del Salone del Ciclo e Motociclo di Milano, nell’autunno del 1969, Giancarlo Gori venne in contatto con Enea Rossi, l’importatore per l’Italia delle Hercules Sachs, dal quale acquistò due motori Sachs 50, corsa lunga, 5 marce, che vennero utilizzati con successo già nel finale di stagione, nelle prove di cross a livello regionale, cogliendo di sorpresa la concorrenza.

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