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Parilla (1946 – 1966)
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Una leggenda metropolitana racconta che la prima moto Parilla (con una erre sola, per espressa decisione del fondatore) sia stata realizzata per scommessa, nel lontano 1946.
Il genio che la creò, Giovanni Parrilla (con due erre, che indicano probabilmente un’antica origine spagnola) costruì la sua prima moto, una quattro tempi da 250 cc, proprio in quell’anno, ma è difficile pensare che già non possedesse una fabbrica metalmeccanica con un elevato contenuto tecnologico.
Progettare un motore, fondere le sue componenti e realizzare tutta la ciclistica di contorno non poteva essere, anche allora, il frutto di una scommessa da bar, ma richiedeva conoscenze meccaniche e scientifiche non comuni.
In effetti Giovanni Parrilla, calabrese di nascita, ma milanese di adozione, era titolare di un’affermata officina, specializzata nella manutenzione e riparazione di iniettori diesel e affini.

Come spesso accadde in casi del genere, Giovanni Parrilla fu un uomo poliedrico e geniale che affrontò la rivoluzione industriale della seconda metà del 900 con una spiccata capacità creativa e una forte spinta innovativa; nella sua ricerca nel mondo della meccanica fu inevitabilmente attratto dalla tecnologia più nuova e sofisticata, quella del motore a scoppio, e in quella direzione convogliò tutte le sue risorse.
La sua segreta ambizione era appunto quella di costruire una moto e il suo primo prototipo venne realizzato proprio nella sua officina milanese.
Messo a confronto con la concorrenza ottenne discreti risultati e il marchio si affermò fra gli amanti delle "due ruote", trasformando questo incerto inizio in un prodotto che ancora oggi ben rappresenta l'Italia motoristica nel mondo.
A soli due anni di distanza, nel 1948, la versione Speciale Corsa di questo primo modello, contraddistinta dalla distribuzione con due alberi a camme in testa ed i carter motore in electron poteva vantare ben 21 cv a 8500 gm.
Sull’onda del successo Giovanni Parrilla avviò una piccola e pregiata produzione di motociclette, sperimentando differenti tecnologie sino a raggiungere una gamma di oltre 50 modelli, tutti facilmente identificabili direttamente dai numeri di telaio codificati a sei cifre (le prime tre cifre individuano il modello, le ultime tre il numero progressivo di produzione).

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