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Rumi (1951 – 1958)
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1949 - Il tempo che più sovente viene usato quando si parla di Rumi è il condizionale e il motivo è presto detto: la Rumi fu un tale concentrato di innovazioni che avrebbe, avrebbe….. avrebbe potuto essere la più bella moto del mondo e non fù, per tutta una serie di motivi che costituiscono la sua storia, gloriosa e ricca di vittorie, ma ahimè troppo breve rispetto all’elevatissimo potenziale di cui era dotata.
Il suo geniale progettista, Pietro Vassena, fu il Giulio Verne dell’ingegneria motociclistica italiana e intuì con estrema lucidità il giusto indirizzo in cui concentrare la ricerca.
Due tempi, bicilindrico, efficentissime forcelle a bracci oscillanti o, in alternativa, a seconda della durezza dei percorsi, moderne forcelle telescopiche.
Mozzi pressofusi in alluminio con freno a tamburo centrale e perni sfilabili.
Il mozzo posteriore, dotato di parastrappi in gomma, era scomponibile in modo da poter sfilare la ruota senza togliere corona e catena.
Le Rumi furono anche le uniche ad essere equipaggiate con ruote da 19 e 21 pollici, non solo sui modelli stradali, ma anche su alcune versioni da fuoristrada.

Un primato assoluto consacrato dai primi cilindri in alluminio con la canna cromata, e dalle prime marmitte ad espansione che circolarono sulle piste e sulle strade italiane.
Tutto questo e non solo, nel lontano 1952 !!
C’è veramente da rimanere sbalorditi, ma… andiamo con ordine.
La Rumi (F.O.R. Fonderie Officine Rumi) nacque per volontà di Donnino Rumi, erede di un’affermata fonderia bergamasca, nell’immediato dopoguerra.
Dinamico ed estremamente creativo mise a frutto l’elevato know aut aquisito dalle maestranze della fonderia paterna e non si limitò a realizzare moto di altissima qualità, ma nell’ambito di un’intelligente diversificazione commerciale, si distinse anche nella produzione di ottime macchine tessili, telai e cardatrici.
Il primo modello da 125 cc, denominato “Turismo” nasce nel 1949, per essere commercializzato nel 50 e contiene sin da subito tutte le caratteristiche peculiari che contraddistinsero le Rumi per tutto il decennio successivo, compresi quegli strani, ma validissimi, pistoni con deflettore e relative camere di scoppio lenticolari.


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