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Rumi (1951 – 1958)
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1951 - L’anno successivo, nel 1951, esce il modello “Sport”, ulteriormente migliorato nel motore, capace di erogare già 8,5 cv a 6.500 g/m.
Sin da subito la Rumi partecipò alla miriade di gare che allora si correvano in Italia, ed in particolare al neonato Trofeo della Regolarità, che si componeva di varie prove, una delle quali era la dura Valli Bergamasche.
L’edizione del 1951 la vinse Massimo Masserini, in sella ad una Lambretta 125; con solo tre penalità di differenza alle sue spalle si classificò seconda, la Rumi 125 di Angelo Troisi.
Un ottimo risultato supportato dal 4° posto di Gianni Zonca, il 6° di Guglielmo Strada ed il 9° di Onorato Francone, tutti in sella a delle Rumi 125.
Grazie a quest’ottima performance, la Rumi risultò prima anche nella speciale classifica a Squadre.
Guglielmo Strada conquistò anche una bella medaglia d’oro alla sei Giorni che si corse a settembre nel territorio di Varese.

1952 - Fin qui si trattò sempre e soltanto di modelli stradali, ma la sua essenza bergamasca non tardò a farsi sentire e già nel 1952 viene approntato un primo modello che presenta delle modifiche specificamente indirizzate alla nuova disciplina regolaristica, partendo dal più robusto telaio del “Gobbetto” e adattando la moto alle nuove esigenze agonistiche, pur mantenendo il manubrio basso e molte delle caratteristiche di serie.
Rispetto alle gare di lunga durata, dove la sella lunga era d’aiuto nei tratti veloci, sul Regolarità venne montata una sella singola, classica, triangolare con telaio in ferro e supporto a molle.
Solo pochissimi esemplari destinati ai suoi piloti migliori che non tardarono ad ottenere ottimi risultati nei severi percorsi che vennero approntati per il neonato Trofeo della Regolarità, giunto alla sua seconda edizione, cui parteciparono tutte le principali case motociclistiche italiane.
Al Trofeo, riservato alle Squadre d’Industria, la Rumi iscrisse due squadre di tre piloti ciascuna, che ben rappresentarono la casa bergamasca, sino alla vittoria assoluta finale.
La Rumi si mise in luce infatti per tutta la stagione, cogliendo più di una prestigiosa affermazione come quella di Bruno Romano alla Valli Bergamasche, ben supportato dal 3° posto di Miro Riva, il 7° di Pietro Carissoni ed il 12° di Gugliemo Strada.
Romano, Riva e Strada vennero scelti per rappresentare l’Italia nel Vaso d’argento alla 6 Giorni austriaca di Bad Ausee, ma la sfortuna si accanì sui tre piloti che, con l’argento di Riva, non riuscirono ad andare oltre il 9° posto.


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