-
BPS (1973 – 1982)
-
pagina
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7
page
La fabbrica di moto nasce quindi nel 1973, con sede Villefranche de Rouergue e manterrà inalterato il marchio anche dopo l’uscita di scena dei fratelli Portal, alla fine del 1974.
Con alterne vicende la BPS resterà in vita sino al 1982.
La prima linea di produzione viene insediata nel garage dei fratelli Boudet, in Avenue de Toulonjac, con l’ambizioso programma di produrre una moto al giorno.
Superata l’inevitabile fase dei prototipi, il primo modello BPS vede la luce nel 1973; è ancora una moto da cross, ma già dotata di un telaio progettato e prodotto in proprio.
L’estrema cura dedicata ad ogni dettaglio è testimoniata dalla eccezionale leggerezza: 78 kg, addirittura due chili in meno al minimo regolamentare !
La versione da fuoristrada, ulteriormente migliorata e denominata Elan (slancio), viene messa in cantiere immediatamente.
Questo secondo modello, commercializzato nel 1974, è caratterizzato da un buon telaio a doppia culla in acciaio, del peso di 8,5 kg;
il forcellone posteriore è montato su silent-block, i parafanghi, la scatola filtro, il serbatoio, il carter paracatena e il sottocarter paramotore sono in vetroresina.

La fanaleria è della francese Bèru, il faro anteriore è montato su attacchi di gomma antivibrante:
la bella marmitta è ad espansione con silenziatore cilindrico (gli ipercritici lo definirono simile ad una lattina di coca-cola) e passa alta all’interno delle traingolazioni del telaio, il tutto è completato da una sella (italiana) molto comoda e più consona all’uso in fuoristrada.
Come motore viene montato il noto e collaudato Sachs 125 a sei marce, elaborato in più punti e potenziato da un carburatore Amal Concetric da 30 mm.

Esteticamente non entusiasma e anche il serbatoio fu criticato per la sua eccessiva fragilità (l’avrebbero preferito in metallo), ma è bene sottolineare che i giudizi delle prove su strada delle riviste francesi sono molto meno indulgenti di quelli delle riviste italiane:
malgrado le critiche, nel complesso la moto era adatta ad una competizione, ben rifinita con materiali di buona qualità come, ad esempio i mozzi Grimeca o il set manopole/leve Magura.
Come sospensioni vennero adottate le spagnole Telesco:
le forcelle anteriori erano il modello da cross da 180 mm di escursione e 35 mm di diametro coi foderi in alluminio, mentre sul posteriore venne montato il modello idraulico, regolabile in ben cinque differenti posizioni.

-
-
-
-
-
-
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7