1956 – Il 1956 fu l’anno d’oro della Iso, l’anno in cui profuse il suo massimo impegno ed ottenne anche i suoi migliori risultati.
Le tre moto ufficiali preparate dalla Iso per la stagione erano ricche di novità e costituirono una radicale evoluzione rispetto al modello dell’anno precedente.
Sull’avantreno spiccavano le nuove e robuste forcelle a bracci oscillanti, equipaggiate con ammortizzatori Sturcher, come sul posteriore, ma ancor più si notavano i nuovi gruppi termici in alluminio fuso in terra di dimensioni sensibilmente più grandi rispetto a tutta la precedente produzione.
Entrambi i parafanghi erano montati alti ed il doppio serbatoio era color rosso bordeaux.
L’asso nella manica si rivelò un grande pilota bergamasco, Gian Franco Saini, che venne chiamato a rinforzare la squadra e che portò la Iso al primo posto in classifica alla 9° edizione della Valli Bergamasche (29/30 giugno -1 luglio).

A onor del vero, Gian Franco Saini non fu l’unico a terminare la prova a zero penalità, ma il solo fatto che condivise il primato con l’eccellenza del motociclismo italiano ci da la prova di quante ottime prospettive si presentassero di fronte a queste bellissime moto, dopo una simile affermazione.
Il formidabile risultato di Saini ed i buoni piazzamenti di Gino Pastori, 11°, e Gian Franco Palazzoli, 13°, portarono la Iso sul podio anche nella classifica per Squadre d’Industria, terza alle spalle di Gilera e Mi-Val, ma tutto questo non impedì un ingiustificato e prematuro abbandono.
1957 – Mentre si avviava a conclusione il primo decennio postbellico, già si delineavano all’orizzonte i primi segnali di crisi, che, ciclicamente, scandiscono i ritmi dell’economia moderna.
Subito dopo la seconda guerra mondiale nacquero molte case motociclistiche, la maggior parte delle quali ebbero un inizio radioso, una vita intensa ed una morte prematura, a cavallo fra gli anni 50 e 60.
La Iso non fu da meno, e proprio nel suo momento di maggior successo, la dirigenza decretò l’uscita di scena ed un deciso cambio di direzione.