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Laverda (1947 – 1980)
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Consultando l’enciclopedia della motocicletta possiamo leggere che la Laverda è nata nell’immediato dopoguerra, a Breganze in provincia di Treviso, fondata nel 1947 da Francesco Laverda.
Al di là della sua scheda analitica, la Laverda è rinomata ancora oggi nel mondo per aver costruito delle motociclette molto belle come la poderosa stradale bicilindrica SF e SFC, o la 1000 tre cilindri, la moto italiana più potente degli anni ’70, ma non è certo passata alla storia per i suoi modelli da Regolarità.
Alla Laverda non è sicuramente mancata la capacità progettuale, anzi, le moto le sapevano costruire molto bene, ma hanno avuto la pecca di non approfondire a sufficienza l’impegno.
La sua partecipazione alla disciplina motoregolaristica fu diluita negli anni e caratterizzata da un rapporto discontinuo e un approccio troppo superficiale; queste due pregiudiziali le impedirono di esprimere a pieno le grandi potenzialità di cui era dotata.
In casa Laverda si commise l’errore, comune peraltro a molti altri costruttori dell’epoca, di considerare le competizioni in fuoristrada ad un livello inferiore rispetto alle corse in pista e si illusero di poter sfornare delle moto effettivamente all’altezza di competere senza un adeguato sforzo sia umano che economico, ne più, ne meno di quello richiesto per scendere in pista e non recitare sempre la parte della comparsa.

Dopo quasi due anni di preparativi ed esperimenti, nel 1949, la Laverda presenta al pubblico la sua prima moto.
Un semplice ciclomotore semirigido da 75 cc, senza infamia e senza gloria, seguito a breve da versione più evoluta dotata di soluzioni moderne ed efficienti come il telaio tubolare, le forcelle anteriori e una bella coppia di ammortizzatori sul posteriore che la rendono già in grado di confrontarsi con la concorrenza in competizioni molto impegnative come la Milano-Taranto o già sufficientemente robusto per partecipare ad una Valli Bergamasche e portarla buon fine, come ad esempio Piero Martinelli che in sella alla sua Laverda 75 conquista il 20° posto, nell’edizione del 1951.
A questo primo e un po’ piccolo modello segue, nel 1955, un 100 cc a quattro tempi, che nella sua versione stradale appare immediatamente una moto valida e modernissima.
Contemporaneamente in casa Laverda venne deciso di partecipare con piloti propri alle gare di Regolarità e venne allestita una piccola serie di moto da fuoristrada ancor più valide e moderne.

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