-
Mazzilli (1969 –1977)
-
pagina
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6
page
Per realizzare quest’ultima modifica, Giorgio Mazzilli dovette ridurre le dimensioni del serbatoio, eliminare il secondo rubinetto della benzina ed apportare altre piccole modifiche non molto valide dal punto di vista pratico.
Di questo modello ne fu prodotta, successivamente, una piccolissima serie di sei esemplari, differenti nella marmitta di scarico bassa (tipo SWM/Rond), il portafaro in vetroresina ed il cavalletto a stampella laterale.
Il motore è come sempre un Sachs, nella sua nuova versione corsa corta e cambio a sei marce.
Questa nuova serie si pose, per il grado di finitura, per la cura dei particolari e per la validità delle soluzioni adottate ai vertici del settore. Il 50 cc, in particolare, può essere tranquillamente considerato il più bel 50 prodotto in serie in quegli anni. L'abbinamento dei colori rosso del telaio ed argento per serbatoio, parafanghi e fiancatine portanumero, caratterizza e valorizza questa terza serie.
Nel 1975 subisce un ulteriore evoluzione e viene messa in produzione una quarta serie. Identica alla precedente tranne che per la marmitta, che ritorna ad una forma più simile a quella originaria, ma frutto di un nuovo progetto, e che ricorda, nelle sue forme essenziali, le marmitte che equipaggiavano contemporaneamente le Jawa.
Differente anche la nuova collocazione degli ammortizzatori posteriori che, utilizzando diversi punti d’attacco, possono mutare la loro inclinazione.

Il rosso del telaio, che potremmo definire classico, fu sostituito, su alcuni modelli di questa nuova serie e per motivi puramente estetici, da un blu intenso.
Progressivamente vengono montati nuovi serbatoi in alluminio ed i parafanghi in plastica Preston. L'uso della vetroresina viene drasticamente ridotto alla sola scatola filtro. L'avvento delle nuove plastiche industriali, più resistenti e durevoli spinge tutte le case costruttrici, specie le più piccole ad uniformare la loro produzione. Le nuove fiancatine portanumero verranno realizzate in alluminio. Di questa quinta ed ultima serie ne verranno prodotti degli esemplari equipaggiati, sia con il tradizionale motore Sachs a sei marce, sia con il nuovo propulsore a sette rapporti e quattro 75 cc.
Gli ultimi modelli del 1976, con qualche piccola modifica rispetto ai precedenti, vennero dotati dei nuovi motori a sette marce della Sachs; a seconda delle cilindrate cambia il tubo di scarico:
basso, sotto il motore per il 125 cc e alto, sopra il motore per la 250 cc.
Una menzione a parte va fatta circa l’unico esemplare dotato del motore Jawa da 360 cc.
Di questo modello ne fu realizzata una prima versione nel dicembre 1972, equipaggiata con forcelle Maico e mozzi MZ, subito modificata nella versione definitiva che si può ammirare nella foto.
Come appare evidente le componenti Jawa non sono limitate al motore, ma anche l’intero retrotreno (forcellone, mozzo e carter catena) è Jawa, come pure il cavalletto con tanto di fermo a forcella, la marmitta e la parte del telaio vicina al motore, che è derivata da un classicissimo “telaio a banana”.

-
-
-
-
-
-
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6