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Mazzilli (1969 –1977)
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Il 1977 fu un anno veramente funesto per le aziende del settore.
Come già altri marchi pregiati, anche la Mazzilli dovette subire le dure regole del mercato.
Costruire una moto così sofisticata e mantenere il mezzo al costante passo con i tempi richiedeva, già allora, costi che sola una grande industria avrebbe potuto sopportare.
Giorgio Mazzilli non se la sentì di correre un rischio che considerava eccessivo e preferì abbandonare; la produzione cessa definitivamente nel 1977.

Col senno di poi, si può muovere una critica all'ingegnoso costruttore, che arrivò sul mercato con un prodotto decisamente competitivo e di qualità superiore, ma non ottenne mai quel successo agonistico e commerciale che era giusto aspettarsi.
La sua origine e cultura milanese, oltre che una disponibilità di mezzi finanziari modesti, gli impedì di entrare in stretto contatto con lo squadrone dei piloti bergamaschi, la cui preparazione atletica e le grandi doti agonistiche furono in grado di determinare il successo di un marchio, quasi indipendentemente dal reale valore del mezzo.
Negli stessi anni esplodeva il nuovo astro nascente della regolarità: le KTM, guidate dallo scatenato ed irraggiungibile Arnaldo Farioli e da tutti i grandi che riuscì a coagulare intorno a sé e che schiacciarono le moto concorrenti al ruolo di comparse, benché, sulla carta, potessero quasi tutte vantare le stesse chance.

Data la peculiare caratteristica artigianale e settoriale, la produzione fu pregiata e ricca di notevoli contenuti tecnologici, ma, a livello di numeri, risultò sempre molto modesta.
Non esiste, purtroppo un registro della produzione ed è ormai impossibile quantificare con esattezza il numero degli esemplari prodotti.
La numerazione dei telai va da 1 a 577. Nell'attribuzione dei numeri è stato seguito un ordine cronologico progressivo, ma discontinuo. Circa 300 numeri, forse più, non sono mai stati assegnati.
E' verosimile supporre quindi che siano stati complessivamente prodotti, dal 1970 al 1977, quasi trecento esemplari, di cui quattro 75 cc, sei 50 cc, un 250 cc, un 360 cc, ed il resto suddiviso nelle altre cilindrate (100 - 175), con netta prevalenza dei 125 cc.

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