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1957 – Il 1957 confermò Franco Dall’Ara primo pilota della Mi-Val, ma anche miglior pilota italiano, che bissò alla grande la precedente stagione e si aggiudicò il primo posto assoluto sia alla Valli Bergamasche (28/29/30 giugno), sia nel Campionato Italiano di Regolarità.
Dal punto di vista estetico, la novità più appariscente fu invece rappresentata dal nuovo parafango alto in lamiera, piatto, con una nervatura centrale; sugli attacchi del vecchio parafango basso, posti sui foderi in alluminio delle forcelle, venne montato un largo cavallotto, anch’esso in alluminio, che migliorava la “tenuta” degli steli.
Su quest’ultima versione si notavano anche dei piccoli fazzoletti di rinforzo nei punti più delicati del telaio.
Confrontando i numeri di targa dei vari mezzi utilizzati dai piloti, abbiamo accertato che le moto in dotazione furono quasi sempre le stesse, aggiornate e revisionate di anno in anno, sino all’uscita di scena definitiva dalle competizioni.
Il loro numero complessivo fu quindi estremamente ridotto; si presume che ne siano state costruite una decina al massimo.
La datazione dei vari modelli in funzione delle differenti finiture estetiche, non esclude quindi che l’impianto principale risalga a qualche anno prima.

La Mi-Val non si limitò alle sue straordinarie due tempi da 125 cc, e, sul finire della sua splendida carriera, nel reparto corse venne allestito un nuovo modello a quattro tempi, da 200 cc.
Su di un telaio di quelli ufficiali da Regolarità, venne montato il motore del modello 200 TV, un potente monocilindrico a quattro tempi, capace di buone performances.
Si trattava di un motore quasi “quadrato”, 63 x 64 mm (199,5 cc), 10 cv a 5.500 giri, rapporto di compressione 1:7, carburatore Dell'Orto UB 20 BS, accensione a volano magnete, cambio a 4 rapporti, trasmissione primaria e secondaria a catena, frizione in bagno d'olio a dischi multipli.
Il nuovo modello a quattro tempi  partecipò anche ad un paio di gare nella bergamasca, iniziando il collaudo sul campo anche del nuovo cambio a cinque marce, ma tutte queste preziose caratteristiche non impedirono la rapida e triste uscita di scena delle due ruote valtrumpine.


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