-
Monark (1926 – 1976)
-
pagina
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9
page
1968 - Nei primi anni ’60 infatti, i modelli vecchi erano ormai inadatti ad uno sport in forte evoluzione agonistica e contemporaneamente mancarono mezzi più adeguati e moderni per sostenere la sfida.
Questo vuoto durò sino alla fine del decennio, quando sotto lo guida dell’ing. Erik Ernberg, venne messo in cantiere un primo prototipo, che, dopo una serie di collaudi, avrebbe dovuto fornire ai progettisti tutti i dati necessari per costruire una nuova moto e ritornare a correre, con un proprio team, nel neonato Campionato Europeo.
Ad un primo colpo d’occhio, risultavano evidenti le somiglianze con le Hercules: telaio tubolare monotrave centrale, con doppia culla avvitata, scatola filtro allocata nella triangolatura centrale e foro di collegamento nel telaio.
Prendere spunto da un modello vincente non è certo una colpa e pur fra tante similitudini appariva evidente una grossa differenza: la fiducia degli svedesi nei propri acciai, che rendeva il confronto immediatamente sorprendente.
I diametri e gli spessori dei tubi della Monark erano sensibilmente più piccoli e leggeri; anche le geometrie presentavano notevoli differenze, tanto da far pensare ad una vera e propria evoluzione studiata a tavolino, e non una semplice copia.
Le potenzialità erano quindi alte e le aspettative di tanti sportivi svedesi stavano finalmente per realizzarsi.
Le rifiniture prevedevano un motore Sachs a 5 rapporti, tubo di scarico KTM debitamente adattato, forcelle Ceriani da 35 mm, ammortizzatori Girling e mozzi Leleu con cerchi in lega leggera.
Il carburatore e la zona filtro erano protetti da una classica grembiulina in vinilpelle, mentre nella parte bassa della doppia culla era applicato un carter in lamiera forata a protezione del motore.
Tutti questi accorgimenti, uniti ai comandi Magura e al serbatoio in acciaio, come i parafanghi, rendevano la moto un buon mezzo da competizione in fuoristrada.

1969 - Dopo un brevissimo periodo di collaudo il nuovo prototipo partecipò con successo a tutte le più importanti prove svedesi e concluse la sua corsa con la conquista del Campionato di Svezia di enduro, classe 125.
Verso la fine della stagione una squadra composta da tre di questi esemplari, affidati ai piloti Curt Svenman, Bosse Thörnblom e Paul Bande partecipò alla Sei Giorni di Garmisch Partenkirchen (15/20 settembre).
La trasferta fu segnata dalla sfortuna, ma le indicazioni ricevute furono incoraggianti.
Curt Svenman e Bosse Thörnblom conquistarono entrambi la medaglia d’argento, mentre Paul Bande si dovette ritirare.

-
-
-
-
-
-
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9