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1971 – La nuova stagione si aprì sotto i migliori auspici, grazie al notevole successo commerciale, accelerato dal grande interesse che lo sport emergente della Motoregolarità riscuoteva presso un pubblico sempre più vasto.
Per favorire il notevole incremento produttivo, gli impianti furono ampliati e trasferiti da Firenze a Sambuca Val di Pesa.
La produzione non crebbe solo per il numero, ma anche per la qualità dei suoi modelli di punta, equipaggiati con i più famosi e potenti motori Sachs, in tutta la gamma delle cilindrate allora in produzione.
Il telaio, ancora su base Beta e modificato nella parte centrale, non subì particolari cambiamenti, fatta eccezione per la maniglia sporgente, all’altezza dell’attacco del parafango posteriore, utile per disimpegnarsi nei momenti difficili.

A differenza dei modelli precedenti, che utilizzavano il filtro Dell’Orto F30, per dare maggior respiro ai motori Sachs fu predisposta una cassa filtro, ancora di piccole dimensioni, ma sicuramente più efficiente rispetto alle vecchie soluzioni.
Il motore Sachs da 50 cc, era il leader mondiale e incontrastato della categoria, e passò, nel frattempo, dalla versione “corsa lunga” alla più cattiva “corsa corta” (40mm x 39mm), il cui utilizzo  rese le Ancillotti estremamente competitive, in grado di conseguire risultati, via via sempre più significativi.
Una sola Ancillotti iscritta alla Valli Bergamasche (Lovere , 1/2  giugno), la 50 cc di Grosso, che non portò a termine la prova.


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