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1968 – La Fantic Motor nacque nell'estate 1968 a Barzago, allora in provincia di Como ed oggi in provincia di Lecco, ma sempre a pochi chilometri da Bergamo, per volontà di due valenti imprenditori, Mario Agrati e l’italo-olandese Henry Keppel, entrambi cresciuti alla Garelli, presso cui avevano svolto mansioni dirigenziali.
La scintilla che diede inizio a questa splendida avventura, fu un ordine di circa 50.000 veicoli ricreativi, destinati al mercato USA, che la Garelli, già impegnata a pieno ritmo, non era in grado di soddisfare.
Henry Keppel, responsabile Garelli per i mercati esteri, intuì l’enorme opportunità che rappresentava il mercato USA, e l’idea fu raccolta dal più giovane dei due fratelli Agrati (in pratica gli eredi della Agrati Garelli) che ambiva ad avere una sua fabbrica da dirigere.
Il segmento delle “funny moto”, quasi delle moto-giocattolo, molto diffuse sul mercato americano fu anche all’origine del marchio Fantic, derivato dalla contrazione del termine "fantastic".
La neonata azienda motociclistica partì di slancio ed ottenne un immediato successo commerciale, grazie ad una minimoto, motorizzata Aspera e denominata Fantichino, che, successivamente, fu venduta anche in Italia ed in Europa.

1969 – Forte di questa prima e positiva esperienza, la Fantic consolidò immediatamente la sua posizione, differenziando la produzione, con particolare attenzione al mercato interno.
Al Moto Salone di Milano del 1969, nello stand Fantic fece bella mostra di se, un ciclomotore che ebbe una vasta presa sul pubblico giovanile italiano, per via dell’allestimento tipicamente “fuoristradistico”.
Denominata Caballero Cross 50, era uno scrambler, sviluppato dal tecnico Giulio Maffessoli, su di un telaio Verlicchi, color argento, con motore Minarelli P4 SS ed il caratteristico serbatoio giallo.
Non si trattava di una moto da competizione, ma di un semplice ciclomotore con sembianze sportive, economicamente accessibile ed in grado di soddisfare il crescente desiderio di fuoristrada, disciplina in rapida espansione fra le nuove generazioni.
Non si conosce, con certezza, il perché del nome Caballero, inusuale per una moto da fuoristrada, ma sicuramente capace di evocare immediatamente il senso di libertà correlato all’immagine di un cavallo lanciato al galoppo in una prateria sud-americana, e poco conta se chi battezzò la moto si ispirò ad una marca di sigarette olandesi o al caffè Paulista.
Sta di fatto che sul serbatoio della moto, sotto al nome, campeggiava anche il disegno di un sombrero.
Il design moderno ed il taglio sportiveggiante, abbinati ad un buon rapporto qualità prezzo, ne facilitarono la sua diffusione sino ad divenire il fuoristrada da 50 cc, più venduto fra i quattordicenni.


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