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1981 – Gli anni 80’ portarono grandi novità e cambiamenti, non solo regolamentari.
Dopo decenni passati a stendere classifiche sulla base delle penalità, cambiò anche il modo di selezionare i piloti.
Il generale progresso tecnologico, appiattì le prestazioni delle varie moto e al tempo stesso le rese tutte in grado di superare senza sforzo qualunque difficoltà.
Le penalità di ritardo erano quasi sparite e la differenza la facevano sempre più le prove speciali, che, in quanto tali, avevano connotati più crossistici che enduristici.
Per questo motivo l’evoluzione dei telai si spostò progressivamente su telai da cross ed anche la Fantic non si sottrasse a questa tendenza.
Il 1981 iniziò nel migliore dei modi con la presentazione delle due nuove moto con cui la Fantic scese in campo e si prese una meritatissima rivincita, dopo le delusioni dell’anno precedente.
Sia il nuovissimo 80 cc, che il collaudato 125, furono dotati di un nuovo telaio a doppia culla continua in tubi d’acciaio ad alta resistenza, più alto e più stretto nella parte centrale, molto più performante.
Il lato posteriore della triangolazione destinata ad accogliere la cassa filtro, era quasi perpendicolare al terreno, favorendo il sensibile avanzamento dell’attacco superiore degli ammortizzatori.
Gli stessi avanzarono anche in basso con un nuovo forcellone in acciaio cromo molibdeno montato su gabbie a rulli, sempre a banana, ma con un arco più ampio e che già si era visto in via sperimentale sui modelli della stagione precedente.

Sulla parte finale il telaio era aperto ed il classico archetto fu sostituto da un raccordo avanzato e coperto, cui era fissata la sella.
Le consistenti modifiche tecniche indussero ad altrettanto consistenti modifiche estetiche, particolarmente evidenti nelle fiancatine ribassate, allungate e sagomate sugli ammortizzatori posteriori, completate da un nuovo parafango posteriore, più ampio e spigoloso.
Sempre sul posteriore gli ottimi ammortizzatori Corte e Cosso con vaschetta separata e molle a taratura differenziata, si affiancarono agli ormai classici Hydrocross.
Forcelle anteriori a perno avanzato per entrambi i modelli, ma la novità più consistente fu il nuovo motore da 80cc, alesaggio 47,5mm x corsa 45mm (pari ad una cilindrata di 79,74 cc), rapporto di compressione 14:1, con il carburatore Mikuni VM 26, era in grado di erogare 17cv a 12.500 giri/min (coppia max: 1Kgm a 11.000 giri)
Dotato di un nuovo basamento, più robusto ed affidabile, dentro il quale era alloggiato il cambio a sei rapporti in cascata, con innesti frontali, finalmente dimensionato alla potenza del motore.
La frizione era a dischi multipli in bagno d’olio, con sei molle, sei dischi guarniti e cinque in acciaio.


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