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Rond Sachs - Nello - NF (1965 – 1980)
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Nella prima metà degli anni ’60 nasce e si sviluppa nel nord Europa, a Bennekom (Olanda), una pregiata officina artigianale specializzata in moto da cross.
Una piccola factory nata dalla passione del suo titolare, l'ingegner Gerard Rond, che progettava e realizzava, più per passione che per farne commercio, delle moto da cross che lui stesso, insieme con il figlio, portarono in gara con lusinghieri risultati.
Inizialmente si trattò di moto progettate esclusivamente per l'impiego crossistico, caratterizzate dall'estrema semplicità delle linee, dalla leggerezza dei componenti e dai ben noti motori Sachs.
I primi modelli, color rosso (il telaio) e bianco (il serbatoio) esordirono nella classe 50 e immediatamente colsero dei buoni risultati.
1965 - Dal cross alla regolarità il passo è breve e già nel 1965 il pilota olandese Jan Tijhuis si distinse nelle competizioni locali in sella ad un bel cinquantino con motore Sachs e l’avantreno a bracci oscillanti.
1967 – A causa delle scarse risorse economiche la Rond non partecipò in veste ufficiale alle competizioni fuori dall’olanda, ma la bontà dei suoi prodotti indusse più di un pilota privato ad osare il confronto sui percorsi più impegnativi.
Nel 1967 alla ISDT di Zakopane (17/22 settembre) l’olandese Jean Beukhof si presentò in sella ad un nuovo modello, particolarmente pregiato e competitivo.
Un originale telaio tubolare a “banana” accoglieva il motore Sachs 50 GS e conferiva alla moto grande leggerezza e facilità di guida.
Efficienti forcelle telescopiche su di una ruota da 21, una grossa cassa filtro, carter paracatena e cerchi in alluminio, costituivano il perfetto corredo di una moto capace di schierarsi nelle più impegnative prove internazionali, alla pari con il meglio della produzione mondiale.

1968 - Le piccole dimensioni della fabbrica permisero un rapido evolversi del progetto e l’anno successivo venne allestito un modernissimo telaio a doppia culla con cui il pilota olandese Jan Tijhuis, dopo una brillante serie di successi, costituì insieme con altri due connazionali, la squadra che partecipò alla Sei Giorni di san Pellegrino (30 settembre – 5 ottobre).
Su tutte tre le moto si nota l’estrema cura dei particolari, dai cavi doppi ai numerosi interventi per alleggerire le parti in metallo, e nella scelta della componentistica ai massimi livelli, come il mozzo posteriore MZ o le forcelle Ceriani.
Le prealpi orobiche poco hanno da spartire con l’infinita distesa dei polder e non c’è da meravigliarsi quindi che i piloti dovettero scontare la loro impreparazione.
Su tre iscritti solo uno arrivò al traguardo cogliendo una buona medaglia d’argento, ma le moto si dimostrarono concepite e realizzate per vincere.
1969 – Seguendo lo stesso schema progettuale, venne allestito un telaio più grande capace di accogliere il motore Sachs da 100 e 125 cc.
Perfetto il melange dell’avantreno con forcelle Ceriani, parafango basso sulla ruota da 21 pollici, cerchi in lega e mozzo MZ.

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