-
-
pagina
11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20
page



Incalzati dalle difficoltà, sin dal 1976 fu sperimentato il motore Hiro da 125 cc, che, sulla carta, vantava un’infnità di doti interessanti, ma non si rivelò all’altezza delle aspettative, deluse un po’ tutti coloro che decisero di testarlo.
Sia con i motori Sachs che con gli Hiro, i risultati sportivi furono estremamente modesti e dei buoni piazzamenti di un tempo non restò che il ricordo.
Due le novità principali del 1977: il nuovo modello da 125 motorizzato Hiro, ed  il modello da 75 cc, equipaggiato con la nuova termica Polini.
L’Ancillotti Hiro CH 125 Regolarità, era la naturale evoluzione della moto presente alla Sei Giorni del ’76, a cominciare dal nuovo sistema di scarico alto, posizionato sul lato destro.
Forcelle Marzocchi Zti con foderi in magnesio, ammortizzatori posteriori Marzocchi a gas in semi-cantilever e montati sul forcellone con attacchi più robusti, mozzi conici Grimeca da 125 mm di diametro anteriore e 140 posteriore.
Immutate le misure di alesaggio e corsa, cilindro in alluminio con la canna cromata, quattro luci di travaso controllate dal pistone, albero a gomiti composito, ruotante su cuscinetti a rotolamento, biella chiusa su gabbia a rulli.

Con un rapporto di compressione di 14:1 ed il carburatore Dell’Orto PHB-E 32, manteneva la potenza di 22cv, ma erogata in modo più fluido, facilitando notevolmente la guida.
Il modello da 75 cc fu equipaggiato con la nuova termica Polini, non più fusa in terra, ma stampata in grande serie.
Le fusioni in terra presentano molti vantaggi, come, ad esempio, una maggior capacità di disperdere il calore, oppure, una miglior lubrificazione del cilindro, grazie alla presenza di microscopiche impurità che rendono impercettibilmente più porosa la canna.
Il difetto maggiore delle fusioni in terra è rappresentato, purtroppo, dall’alto costo di realizzazione, rispetto al classico stampo con fusione a “conchiglia”, che permette di abbattere fortemente le spese e rendere molto più appetibile il prodotto.
Il gruppo termico in lega leggera, con le alette sfalsate non era adatto ad uno stampo, e poteva essere realizzato solo attraverso una fusione in terra.
Al fine di poter superare questo ostacolo progettuale, fu ridisegnato un nuovo gruppo termico che, grazie alla sua forma convenzionale, garantiva gli stessi risultati, ma a costi bassissimi.


-
-
-
-
-
-
11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20