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1980 –  Con gli anni ’80 iniziò il quarto ed ultimo ciclo delle moto toscane, caratterizzato dall’uso della plastica esteso a tutte le componenti possibili, come fiancatine, parafanghi, scatola filtro,  portafaro integrato e serbatoio (polietilene reticolato).
Tre le cilindrate in cui le moto toscane si cimentaromo principalmente, 50, 125 e 250 cc.

L’Ancillotti AM 50 Regolarità Competizione, passò dai motori Sachs agli “emergenti” Minarelli corsa corta (39 x 40,3), che, con il carburatore Dell’Orto PHBG 26, raggiungeva la potenza di 12,8 cv, a 13.000 g/m.
Importanti novità anche nelle cilindrate superiori, con la messa in commercio dei nuovi modelli collaudati nel corso della stagione precedente da Findanno e Meoni.
Malgrado il modesto risultato ottenuto alla Sei Giorni del 1979, ed un’intera stagione passata ad inseguire gli avversari, quasi inspiegabilmente, il nuovo modello si fregiò della denominazione “Six Days Replica”.
L’Ancillotti Hiro CH/2 125 Six Days Replica, montava il motore Hiro 125 R lamellare, che, assistito dal carburatore Dell’Orto PHBE 34, erogava 26,5 cv.
L’Ancillotti Hiro FH/3 250 Six Days Replica, montava il motore Hiro 250 R, che, assistito dal carburatore Dell’Orto PHBE 36, erogava 34 cv a 9.250 g/m.
Esteticamente, i due modelli erano pressochè identitici, e si dffferenziavano solamente per il gruppo termico del 125, verniciato in nero, come il resto del motore.

Del 125, fu allestita anche un’avveneristica versione ad acqua, l’Ancillotti Hiro CH 125 Regolarità H2O, che di cavalli ne vantava ben 28, a 10.000 gm, ma senza riscontri agonistici. 
Per tutte e tre le cilindrate il cambio era a sei marce ed i modelli di punta, furono equipaggiati con gli ammortizzatori posteriori Sachs-Hydrocross.
Nel solco di una tradizione ormai consolidata, le Ancillotti furono effettivamente delle belle moto, che almeno sulla carta, sembravano in grado di ottenere ottime performances, ma mancò una concreta volontà di competere.
La scelta rinuciataria di non allestire una “squadra corse” pesò sicuramente sulle sorti della casa toscana.
Dal canto loro, i privati che scelsero di gareggiare con le Ancillotti, per quanto validi, nulla poterono contro le squadre ufficiali delle più importanti fabbriche europee.
Anche il 1980 si concluse con un palmares magro di soddisfazioni, ma rimane pur sempre rimarchevole, il terzo posto nel Campionato Europeo, classe 50 cc, di Adriano Micozzi.

1981 – La grande novità della stagione fu rappresentata dalla nuova classe 80.
Due soli modelli quindi, da 80 e da 125 cc, rispettivamente allestiti con motore Minarelli, il primo, ed il nuovo motore Tau, progettato dall’ingegnere milanese Aroldo Trivelli, il secondo.
Come nel 1980, entrambi i modelli furono equipaggiati con gli ammortizzatori posteriori Sachs-Hydrocross, ma già nel corso dell’anno, furono fatti numerosi test con il nuovo ammortizzatore posteriore mono.


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