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Capriolo (1951 – 1964)
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1950 - La storia di questa fabbrica è singolare sotto molti punti di vista, a cominciare dall’insolito nome Aero Caproni, successivamente mutato in Aeromere, ma sempre inadatto ad una fabbrica di motociclette, per finire in…. dissesto proprio quando tutto andava bene.
L’azienda da cui uscirono i famosi Capriolo, nacque infatti da una costola di un complesso industriale di grande capacità e tecnologicamente molto avanzato, l'Aeronautica Caproni, da cui appunto mutuò il nome.
Quest’ultima, fondata ai primi del 900, fu la più grande fabbrica italiana di aeroplani, con stabilimenti a Milano, Vizzola Ticino, Trento e Arco.
I suoi aerei solcarono i cieli di tutto il mondo, il Campini-Caproni CC-2 fu il secondo aereo a reazione al mondo, nel lontano 1940.
Al termine della seconda guerra mondiale, nell’ambito di un ampio progetto di conversione ad usi civili, gli stabilimenti di Vizzola Ticino (Varese) vennero destinati alla costruzione di moto marcate Caproni-Vizzola e motorizzate NSU, mentre ad Arco (TN) prese vita un’altra fabbrica di motociclette, interamente progettate e realizzate al proprio interno, e commercializzate con il nome Capriolo.

1951 - Il primo esemplare di Capriolo, da 75 cc, vide la luce nel 1951, ma bisogna attendere una seconda e più evoluta serie, per vedere delle macchine suscettibili di essere modificate ad un uso regolaristico.
1955 - La
seconda serie, messa in cantiere a partire dal 1955, sotto le rinnovate insegne Aeromere, era dotata di una nuova e più efficiente frizione, collocata nel carter destro, il pignone piccolo e la testa di nuovo disegno, ma soprattutto era migliorata nella ciclistica.
Rimase pressoché inalterato il caratteristico telaio a doppia culla in lamiera stampata, che ricorda nelle forme alcune grosse cilindrate tedesche e contemporaneamente anticipa i più moderni telai dei giorni nostri, ma sparirono le appendici che sostenevano posteriormente il pacco molle e i compassi, rimpiazzati da un forcellone oscillante e due ammortizzatori idraulici, in posizione inclinata.
Anteriormente fu adottata una bella forcella telescopica, con molle a spirale.
Il motore, monocilindrico a quattro tempi, a rotazione trasversale, con distribuzione a camma facciale in testa, azionata da alberello verticale e bilancieri, presentava un alesaggio per corsa di 43mm x 47mm, pari a 74, 6 cc, r.c. 7: 1, 3,5 cavalli a 6.000 giri.


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