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Capriolo (1951 – 1964)
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1956 - I discreti successi nelle gare locali spinsero ad osare anche nelle gare di lunga durata e, già alla Sei Giorni di Garmisch-Partenkirchen (17/22 settembre) del 1956, tre piloti italiani, Sergio Blasi, Antonio Zin e Jolao Strenghetto, sfidarono le rinomate avversità dei percorsi proprio in sella a tre Capriolo 75cc (1° Tipo), ma furono tutti costretti al ritiro. Si trattò di un’esperienza importante e proficua, che permise un rapido sviluppo del progetto e la soluzione di tanti problemi evidenziatisi strada facendo.
Un considerevole passo avanti venne fatto, inoltre, con la più potente versione da 125 cc, presentata al Motosalone di Milano, a novembre del 1955, messa in produzione a partire dal 1956, e destinata all’uso fuoristradistico solo a far tempo dal 1957 (1° Tipo).
Il motore sempre a quattro tempi fu completamente rinnovato, perse la classica camma frontale, con l'albero motore che da trasversale al senso di marcia, assunse la posizione longitudinale classica.
Nel basamento, contraddistinto da una più ordinaria forma ovale, era alloggiato il cambio a 4 marce, comandato dal lato destro e leva d’accensione sul lato sinistro.

La trasmissione primaria era realizzata mediante ingranaggi a denti elicoidali, con la frizione in bagno d'olio e dischi multipli in acciaio e materiale d' attrito.
La trasmissione secondaria era a catena, sul lato destro della moto.
Gruppo termico in alluminio con canna riportata in ghisa, che forniva la discreta potenza di 7,5 cv a 6000 giri, montato sul telaio classico, a doppia culla in lamiera stampata e forcellone oscillante, che nella sua spiccata originalità offriva contemporaneamente sufficiente robustezza ed un peso complessivo di soli 95 Kg.
Ruote da 19 x 2.50 a perni sfilabili. I freni, entrambi a tamburo centrale da 160mm x 30mm assicuravano una buona frenata. Anche in questo caso il mozzo posteriore era scomponibile; al suo interno un parastrappi con svariati elementi in gomma a dimostrazione di  quanto raffinata fosse la capacità progettuale dei tecnici trentini.


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