KTM (1955 – 1985)
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Nel 1979 il Campionato Europeo fu avaro di vittorie, compensato però da quella di Augusto Taiocchi, nella classe 350, che fu un autentico trionfo:
un “Gusto” in piena forma che, non solo si confrontò e superò il temibilissimo Sturm e la sua formidabile MZ, ma sconfisse anche la sfortuna, quando, durante la stagione, una frattura al femore fece temere il peggio. Malgrado il grave infortunio la sua superiorità fu tale da non lasciare spazio a nessuno.
Nella classe 250, Elia Andrioletti si dovette accontentare della seconda piazza.
Più ricco il bottino nel Campionato Italiano che vide Attilio Petrogalli affermarsi nella classe 100, Roberto Capelli nella classe 175 e sempre Augusto Taiocchi nella classe oltre 250.
Taiocchi, superlativo come sempre, risultò primo anche nella speciale classifica “assoluta”.

1980 –si comincia con una grande novità: il nuovo motore 125 RV (Reed Valve), con aspirazione mista lamellare nel carter, un nuovo cambio a sei marce e nuova frizione.
Gruppo di scoppio in alluminio, largo e piatto, con testa ad alette dritte e cilindro a quattro luci anziché due; alimentato da un carburatore Bing da 32 mm, esprimeva la considerevole potenza di 28 cv a 9800gm.
Nuova anche l’accensione elettronica Motoplat, la cassa filtro, la mascherina portafaro, parafanghi e serbatoio a goccia nonché le fiancatine attraversate da quattro feritoie orizzontali.
Nelle cilindrate superiori vennero confermati i motori tradizionali con la testa a ventaglio.
Il telaio è solo leggermente rinnovato, di un bel rosso vivo e dotato di un nuovo forcellone in alluminio rinforzato in più punti; l’impianto ammortizzante è Marzocchi.
Sul basamento del motore 350, semplicemente cambiando i cilindri, si poteva ottenere il 390, il 420 ed il 495 ed il 560 cc.
Il cilindro del 350 era simile al 340/360 degli anni precedenti, con il particolare che non aveva i prigionieri passanti, essendo ancorato direttamente alla base tramite dei prigionieri corti.
I cilindri del 420 e del 495, si distinguono per l'alettatura diradata del cilindro.
Il 420 era alimentato da un carburatore Bing da 40 mm, a differenza del 350 che utilizzava un Bing da 38 mm.
I numeri di identificazione sono sempre riportati sul telaio, all'incrocio del tubo della culla con l'attacco al cannotto di sterzo, oltre che incisi sulla classica targhetta in alluminio nero/lucido, fissata con due piccoli rivetti.

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