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Beta (1967 – 1986)
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1971 – Sicuramente in casa Beta si soffermarono compiaciuti a guardare i buoni risultati delle loro moto, ma quando tre anni dopo, nel 1971, le Ancillotti presero un’altra strada, dimostrarono subito di non essere rimasti con le mani in mano e colmarono rapidamente il vuoto presentando la nuova 125 Beta Enduro, al Moto Salone di Milano.
Il telaio è in tubi d’acciaio a doppia culla, sensibilmente migliorato rispetto ai modelli degli anni precedenti, dotato di una ciclistica più raffinata dove spiccano le sospensioni Marzocchi e le ruote da 21 (ant.) e 18 (post.)
Il serbatoio color rosso ha una forma tondeggiante, i parafanghi sono in acciaio lucidato, mentre le fiancatine portanumero in materiale plastico completano la sua livrea.
La moto è ben rifinita e si nota il carter di protezione in lamiera forata, sotto il motore, e l’ammortizzatore di sterzo.

I carter motore in alluminio ovali e tondeggianti, piccoli e compatti, sono sormontati da un modernissimo gruppo termico in alluminio a tre luci con la canna del cilindro cromata e una generosa testa a ventaglio, come le più evolute macchine di quei tempi, alimentato da un carburatore Dellorto VNB 29AS, mentre il cambio è a cinque rapporti con preselettore a pedale e la frizione a dischi multipli in bagno d’olio.
Rispetto alla restante produzione italiana la moto si colloca ai primi posti, ma non è certo in grado di insidiare la supremazia delle nuovissime KTM e dei tanti marchi motorizzati Sachs che spadroneggiano in quegli anni.
Il prezzo inferiore di un buon 30% rispetto alle rivali austriache favorisce la sua diffusione sul mercato e la rende particolarmente adatta ai giovani appassionati senza tante velleità corsaiole.
1972 – La commercializzazione del nuovo modello comincia solo l’anno successivo, e contemporaneamente inizia anche una fase di collaudo condotta da Giovanni Collina, che proprio in sella ad uno di questi esemplari, partecipa ad alcune gare nazionali e alla Valli Bergamasche; gli esiti non particolarmente soddisfacenti evidenziarono alcuni punti deboli del motore e suggerirono importanti migliorie.

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