Grazie anche al contemporaneo e premiante impegno crossistico, semplicemente sostituendo testa pistone e cilindro, era possibile trasformare il mezzo in versioni di maggior cilindrata, sino a 350 e oltre.
Al collaudo di questi mostri di potenza si dedicarono con successo i bergamaschi Bruno Vavassori e Mario Zanetti.
Ottima la loro prestazione in occasione della Valli Bergamasche, dove si classificarono rispettivamente 4° della classe 250/350 e 2° della classe oltre 350.
L’incontro di Mario Zanetti con la Beta fu del tutto inaspettato, ma sicuramente fortunato.
L’allora concessionario di Bergamo, l’officina “Locatelli & Mola” (per gli amici “Bepi e Mola”) aveva da pochi giorni ricevuto il prototipo della Beta 250 GS quando, casualmente, si presentò in officina il giovanissimo Mario Zanetti per la riparazione del suo motorino, un normalissimo Atala 50cc.

La nuova Beta era lì, al centro del cortile, e dopo un rapido scambio di battute, Mario Zanetti chiese di poter utilizzare quella moto in una gara che si sarebbe corsa pochi giorni dopo, il 9 di marzo a Bergamo, valida come prima prova del Trofeo F.M.I.
Probabilmente, anche grazie alla sua innata simpatia, riuscì a convincere i due concessionari ed ottenne di poter condurre la moto, pur se per una sola gara.
Mario era una buona chitarra solista, ma nessuno avrebbe immaginato una così rapida trasformazione che, per sua stessa ammissione, si sentiva nel sangue.
Clamorosamente, vinse la classe 250 e, da quel giorno, divenne per diversi anni ancora un pilota ufficiale Beta, inanellando una lunga serie di successi, proprio nel Campionato Juniores e in molte prove di cross.
A fine stagione, in occasione del Motosalone di Milano nello stand della Beta venne proposta una rivisitazione estetica dei suoi modelli di punta, commercializzati a partire dalla stagione successiva.
Molto belli i nuovi serbatoi in alluminio dei modelli da cross, che vennero poi progressivamente adottatati, già dal 1976, sulle versioni da regolarità.