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Beta (1967 – 1986)
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1976 – Il 1976 fu un anno di transizione durante il quale vennero offerti al pubblico gli stessi modelli dell’anno precedente abilmente rimaneggiati nell’estetica, pur rimanendo pressoché inalterati nei contenuti.
Il serbatoio con una forma più filante, il parafango anteriore più lungo e ampio, la mascherina portafaro in plastica che contiene anche la tabella portanumero, i carter motore laterali con un disegno più squadrato e lo scarico dotato di espansione con silenziatore romboidale di produzione Sito (in sostituzione dello scarico a sogliola), diedero alla moto un’aria decisamente più moderna, ma non furono certo capaci di modificare di molto il livello delle prestazioni.
Si trattò di una versione di transizione prima del nuovissimo modello RC che permise alla Beta di fare un grande salto di qualità.
Anche in questo caso vennero proposte due versioni: l’economica ES e la professionale SG (Sei Giorni - con ammortizzatori a gas Marzocchi, cerchi Akront, comandi Tommaselli).
Questa fu l’ultima 125 con il basamento motore piccolo, lo stesso che caratterizzò le Beta 125 dal loro esordio, nel 1971.

Sempre con lo stesso stile venne messo in produzione anche un bel cinquantino, il Beta 50 SPC, molto bello da vedersi, ma di cui non venne mai approntata la versione corsa.
Per le cilindrate superiori, anch’esse equipaggiate con il silenziatore romboidale Sito, carburatori Bing, forcelle Mazzocchi ZT 1 e ammortizzatori Marzocchi a gas sul retrotreno.
Continua il rapporto di collaborazione con Bruno Vavassori e Mario Zanetti e prosegue con successo lo sviluppo dei singoli modelli.
Anche se la sfortuna attardò Bruno Vavassori, solo 10° della classe 350 alla Valli Bergamasche (Bratto 29-30 maggio), le prestazioni complessive nel corso della stagione confermarono la piena validità delle scelte tecniche.
L’effettiva capacità di competere delle Beta venne perentoriamente ribadita da Paolo Piron e Ivano Bessone, Campioni Italiani cross, rispettivamente delle classi 125 e 250 cc.

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