KTM (1955 – 1985)
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A Zakopane il migliore fu nuovamente Claudio Tura, medaglia d’oro, ma già a fine stagione si poterono vedere risultati più soddisfacenti; alla ISDT spagnola di san Lorenzo Escorial, su 9 moto iscritte, tre ottennero la medaglia d’oro, tre d’argento, una di bronzo e solo due si dovettero ritirare.
Il 1970 fu un anno pieno di novità che vide la KTM entrare a tutti gli effetti nell’olimpo delle case motociclistiche mondiali, la ristretta categoria dei costruttori di motori.
Due prototipi rispettivamente da 175 e 250 cc, con le loro furiose apparizioni sui campi di gara (enduro e cross), cominciarono a turbare i sonni dei potenti dell’epoca.
L’ennesima scelta vincente, quella che permise alla KTM di sfondare sul mercato e mantenere la ladership per tutti gli anni ’70.
1971 – Il 1971 è l’anno della svolta. Abbandonata la “vecchia” Penton, la moto che viene messa in vendita, strettamente derivata dalle moto ufficiali dell’anno prima, presenta un telaio totalmente nuovo; il trave in lamiera scatolata scompare per lasciare il posto ad un telaio a doppia culla interamente in tubi d’acciaio al cromo molibdeno, caratterizzato da ampi fazzoletti di rinforzo con saldature a cordone discontinuo, in grado di garantire una maggiore flessibilità; migliora sensibilmente la guidabilità della moto grazie alla nuova triangolatura centrale, al cui interno venne alloggiata la cassa filtro in poliestere, meglio conosciuto col nome di vetroresina.
Per gli amanti delle puntualizzazioni precisiamo che i poliesteri (polimero ottenuto usualmente per policondensazione tra acidi dibasici e alcoli bivalenti) possono essere di tipo lineare saturo o di tipo insaturo (contenente doppi legami).I primi sono usati nella produzione di pellicole, per imballaggio, di bottiglie soffiate (in polietilenereftalato) e in applicazioni ingegneristiche.
Nel nostro caso si tratta di poliestere del secondo tipo, che grazie alla presenza del doppio legame possono reticolare formando prodotti termoindurenti, usati in combinazione con fibre di vetro per coperture, carrozzerie, scafi, scatole filtro, parafanghi ecc.

L’avantreno è alleggerito grazie all’adozione delle forcelle Ceriani con steli da 32 mm e corsa di 130 mm, mentre gli ammortizzatori posteriori, anch’essi Ceriani, sono rifiniti in colore nero, la molla grigia e la calotta di copertura cromata, ridotta ai minimi termini.
Per irrobustire le più esili forcelle era possibile montare un cavallotto in tubo di ferro che collegava i due foderi; non veniva montato di serie, bensì era un accessorio disponibile presso Farioli, costruito artigianalmente.
Il suo montaggio è stato possibile dall'inizio della produzione, nel 1971, fino ai modelli del 1973, ovvero, quelli con steli da 32 mm. Con l'introduzione degli steli da 35 mm nel 1974, i foderi forcella cambiarono forma rendendo impossibile il montaggio di tale cavallotto che, per altro, non sarebbe più risultato utile, considerata la maggior rigidezza alla torsione di tale forcella.
Rispetto ai modelli precedenti la nuova moto è più lunga e più bassa, l’aspirazione della cassa filtro avviene da una presa ricavata nella zona sotto la sella. Nei primissimi modelli messi in vendita l’aspirazione avveniva dalla fiancatina laterale sinistra in alluminio, provvista di una griglia diagonale alettata; la fiancatina era amovibile per dare accesso alla cartuccia filtro in carta.
Si trattava di una soluzione estremamente semplice, adatta ai modelli da cross, sui quali restò in uso per diversi anni ancora, a causa della loro maggior potenza e maggior “fame” d’aria, ma non adatta a quelli da fuoristrada a causa della sua scarsa efficienza in caso di pioggia.

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