KTM (1955 – 1985)
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Alla ISDT cecoslovacca di Spindleruv Mlyn (l1/16 settembre) grazie agli ottimi piazzamenti delle KTM, la squadra Italiana (Andrioletti, Capelli, Farioli, Ferrari, Foresti e Rinaldi) si classificò terza nel Trofeo.
Nella classe 100, da ricordare Elia Andrioletti 2°, Renato Foresti 3°, Bruno Ferrari 4°, Claudio Tura 7° e Guglielmo Andreini 8°; nella classe 125 il migliore fu Arnaldo Farioli, 4°.
In totale le KTM ottennero 18 medaglie d’oro, 8 d’argento e 2 di bronzo.
Il 1972 è anche l’anno in cui esce definitivamente di scena il glorioso Comet 50 GS; l’ultima sua apparizione avviene infatti alla Valli Bergamasche, condotto con perizia, ma anche con grande sfortuna, dal giovane Renato Foresti.
Si trattava di un mezzo estremamente sofisticato con un bel telaio a doppia culla in acciaio color azzurro metallizzato; i parafanghi, le tabelle porta-numero, l’ampia scatola filtro e l’avvolgente carter paracatena erano in alluminio. Il classico serbatoio Comet in lamierino di ferro venne sostituito, per l’occasione, da un serbatoio più panciuto in alluminio, in uso sui modelli da cross. Il gruppo di scoppio, interamente made in Mattighofen, presentava un grande cilindro sormontato da un’accattivante testa a ventaglio, ed era realizzato in alluminio fuso in terra; la discreta potenza di 7,5 cavalli poteva essere sfruttata al meglio grazie ad un futuristico cambio a sette marce.
L’ottimo Renato Foresti si dovette però ritirare a causa della rottura del mozzo posteriore.

La classe 50 fu, in eterno, la cenerentola della KTM; dagli esordi sino al 1980, l’ultimo anno prima delle nuove 80cc, ne ritroveremo sempre qualche esemplare ai nastri di partenza delle prove più titolate, ma, a causa dei criteri sempre più restrittivi che i vari codici stradali europei introdussero per depotenziare questa classe, la sua presenza sulla scena fu sempre limitata, solo ed esclusivamente, all’ambito agonistico; non potendo contare su di un eventuale sbocco commerciale si trattò sempre di prototipi, realizzati artigianalmente, cui non seguì mai una produzione di serie.
Il pensionamento del glorioso Comet 50 GS avviò la messa in cantiere di un nuovo modello il cui primo esemplare venne schierato proprio alla Valli Bergamasche, quasi a rappresentare simbolicamente il passaggio del testimone;
Si trattò di un esperimento tutto italiano realizzato da Mainini; un telaio del 71, sbrigativamente adattato per accogliere il più piccolo motore da 50 cc, un classico Sachs a corsa corta con il cambio a sei marce, per mezzo di piccole staffe di raccordo.
Condotto da Mauro Miele concluse l’intera prova e si classificò al nono posto di classe.
La stessa moto fu presente in altre gare nazionali, ma non brillò nelle classifiche: terza al Trofeo Arona il 22 di ottobre, e solo sesta al Trofeo Fulvio Norelli il 12 novembre.

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