-
-
pagina
13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24
page



1981 – Nel 1981, l’ultima versione TF1, prodotta nelle cilindrate di 125, 175, 240, 250, 280, 347, 370 e 440 cc, venne proposta nella colorazione completamente arancio, come le moto ufficiali dell’anno precedente.
La più potente versione della SWM, la 440, equipaggiata con un carburatore Bing da 36 mm, erogava la potenza di 47,7 cv a 7.250 gm.
Il serbatoio in plastica aveva il cassettino porta attrezzi incorporato con il coperchio fissato da un elastico a tre punte, la sella un design più squadrato ed il parafango anteriore una grossa griglia di areazione per migliorare il raffreddamento del motore.
Sul retrotreno vennero adottati definitivamente gli ammortizzatori Corte e Cosso, Compact, e conseguentemente eliminate le due piastrine che servivano per fissare le vaschette separate dei vecchi ammortizzatori.
Il telaio, dal 1979 al 1981, pur conservando l’originario impianto di base, proseguì il suo percorso evolutivo, adattandosi ai sempre rinnovati schemi progettuali.
Le modifiche più evidenti interessarono la sezione dei tubi, leggermente diminuita, il raccordo della culla anteriore al montante centrale, l'attacco anteriore del motore che non era più diretto, ma mediato da due piastrine in alluminio.
Sul forcellone, la cruna guida-catena in plastica fu sostituita da un’altra di maggiori dimensioni, in gomma e rinforzata da una piastra in alluminio.
La novità più significativa fu rappresentata dall'entrata in produzione del modello da regolarità MK 50 e/o 80 GS, che abbandonando gli ormai superati Silver Vase, era dotato di un telaio modernissimo e validissimo, che ricalcava gli schemi delle sorelle maggiori TF1.
Il modello 80 GS, nella sua versione corsaiola, era equipaggiato con il motore Minarelli P6 radiale a corsa corta; come carburatori vennero adottati i Dell'Orto PHBH - BS da 26mm per il GS 50, da 18 per l'MC 50 e da 30 per l'MC e GS 80.

Nel corso della stagione si passò all'ultima versione dei P6 da gara con la testa raffreddata ad acqua e un piccolo radiatorino posto sotto il serbatoio.
Come sospensioni vennero adottate le Marzocchi piuma da 32mm a perno avanzato e, sul posteriore, gli ammortizzatori Corte e Cosso della serie Compact, ma di dimensioni ridotte rispetto a quelli usati sui TF1.
Su tutti i modelli erano inoltre in uso i cerchi Akront bollo verde, mozzi conici Grimeca da 125 mm e quello posteriore anche flottante.
Sui modelli da cross fece la sua comparsa un forcellone in alluminio con i bracci formati da due gusci stampati e saldati a due grosse piastre.
Partendo appunto dai più performanti telai da cross della serie TF4, vennero preparate le moto da affidare ai piloti ufficiali.
Rispetto alla versione cross, si notava la presenza del cavalletto centrale, un codino per l'ancoraggio del parafango posteriore di maggiori dimensioni, ed un forcellone in alluminio leggermente diverso, oltre naturalmente, l’impianto elettrico e lo scarico silenziato.
Sull’anteriore vennero montate le forcelle Marzocchi perno in asse da 35 mm Piffero ed una coppia di Marzocchi AG 6, sul retrotreno.


-
-
-
-
-
-
13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24