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1982 – Nel 1982 la proposta regolaristica della SWM era composta dalla serie RS GS TF3, nelle cilindrate di 125, 175, 240, 250, 347 e 440 cc.
Si trattava delle moto sviluppate per la Sei Giorni dell'Elba, riviste nella colorazione che confermava l'arancio per il telaio, ma aggiungeva il grigio per il forcellone e il bianco per le plastiche, più il lungo sellone che identificherà questa serie.
Sull’avantreno fu adottata la forcella Marzocchi piuma a perno avanzato, da 35 mm per 125 e 175, mentre per tutte le altre gli steli erano più robusti, da 38 mm; sul retrotreno, in posizione molto avanzata, ammortizzatori  Marzocchi AG5 o i Corte e Cosso, Compact, ruote con cerchi Akront e mozzi conici Grimeca da 140 mm.
Il motore da 125 cc montava il cilindro con la canna cromata, 5 travasi e due booster sullo scarico.
Completavano la serie i 50-75 e 80 MK GS, anch'essi arancio-bianco che utilizzavano l'ultima versione dei Minarelli P6 ad aria o aria/acqua, nei vari allestimenti.
Le sospensioni potevano essere: anteriormente delle Marzoccchi da 32 mm o delle Forcella Italia da 34 mm, e al posteriore dei Marzocchi o dei Corte e Cosso.

I freni conici erano da 125mm

La serie cross era affidata ai neonati RS MC TF6 125-250-440. Telaio identico al TF3 ma con in più un diverso forcellone, freno posteriore flottante da 140mm, con comando a rinvio sull'altro lato del telaio. Forcella Italia da 38mm con freno a disco idraulico. La colorazione era completamente arancio, con sella lunga e parafango posteriore di nuovo disegno.
La novità commerciale della fu rappresentata da un modello dotato del nuovo Rotax monocilindrico a 4 tempi e 4 valvole, con distribuzione a cinghia dentata, denominato 350 e 506 XN.
Allestito in due colorazioni, una gialla e blu, l'altra bianca e rossa, e con tre differenti motorizzazioni, un 350cc e  due 500 cc (uno più performante e l'altro più tranquillo), era adatto ad una vasta fascia di utenti, ma non per le competizioni.
L’XN, prodotto a partire dal mese di giugno, venne aggiornato con una seconda serie, verso la fine dell’anno, che adottava il freno a disco anteriore ed il tamburo da 160 mm con para strappi al retrotreno.


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