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1973 – Nel 1973, la Gilera accrebbe il proprio impegno e schierò una Squadra di livello mondiale, formata da Alessandro Gritti, Vincenzo Gavazzi, Gualtiero Brissoni, Pietro Gagni, Fausto Oldrati, Giuseppe Signorelli, Carlo Paganessi, tutti ottimamente diretti da Gianni Perini.
Con questi uomini, in sella alle nuove macchine, la Gilera riprese prepotentemente la scena e, come d’incanto cancellò, in una stagione, decenni di gap tecnologico.
Per cominciare, tre differenti modelli: completamente nuovi rispetto agli anni precedenti, il 50 aspirato, inizialmente con il cambio a sei rapporti, il 100 ed il 125 a disco rotante.
Per la realizzazione delle singole componenti non si badò a spese; nella costruzione dei modernissimi telai, caratterizzati da vistosi fazzoletti di rinforzo attorno alla pipa di sterzo, furono utilizzati gli acciai migliori e, in alcuni casi, anche il titanio, mentre per le fusioni in terra dei carter motore e di alcune teste fu sperimentato anche il magnesio.
Gruppi termici in lega leggera, ampiamente alettati e rifiniti al meglio, a cominciare dall’eccellente cromatura della canna.
Tutto nuovo quindi, per ricominciare a vincere.
Questa ennesima serie di macchine da corsa, denominata Competizione, condivideva la medesima, raffinata, ciclistica, e, tranne il piccolo 50 che confermava il motore già visto nel 72, si presentarono completamente rinnovate dal telaio al motore.
Dal Reparto Corse della Gilera furono diffusi i seguenti dati, relativi ai vari gruppi di scoppio in lega leggera, con testa radiale:

50 Competizione, 2 tempi, aspirato, diametro mm.38,4 x corsa mm.43 pari a 49,77 cc, rapporto di compressione 1:13,5, potenza 8,8 cv a 10750 g/m, con il carburatore dell’Orto VHB 22 a vaschetta centrale, l’accensione elettronica ed il  cambio a sei/sette marce.

75 Competizione, 2 tempi, aspirato, diametro mm.47 x corsa mm.43 pari a 74,560 cc, rapporto di compressione 1:14,5,  potenza 11,2 cv a 9300 g/m, con il carburatore dell’Orto VHB 25 a vaschetta centrale, l’accensione elettronica ed il  cambio a sei/sette marce.

100 Competizione, 2 tempi, disco rotante, diametro mm.51 x corsa mm.48,5 pari a 99,07 cc, rapporto di compressione 1:13, potenza 16,5 cv  a 92000 g/m, con il carburatore dell’Orto VHB 26 a vaschetta centrale, l’accensione elettronica ed il  cambio a sei marce.

125 Competizione, 2 tempi, disco rotante, diametro mm.54 x corsa mm.54, pari a 123,67 cc, rapporto di compressione 1:13,5, potenza 20,8 cv a 9200 g/m, con il carburatore dell’Orto VHB 30 a vaschetta centrale, l’accensione elettronica ed il  cambio a sei marce.

Ai primi tre modelli, si affiancò, in un secondo tempo, anche la versione “aspirata” da 75 cc, semplicemente ricavata dall’ottimo 50, aumentando il diametro del cilindro da 38,4 a 47 mm, sino a raggiungere 74,602 cc.
Nel 1974 scese in campo anche la versione da 175cc.

La 24° edizione della Valli Bergamasche passò sicuramente alla storia per l’estrema durezza dei suoi percorsi, e il fatto che solo 24 piloti su 274 partenti, siano arrivati al traguardo, contribuì sicuramente a far crescere e diffondere la “leggenda della Valli”.
Nella classe 50 cc, ben 32 piloti iscritti in rappresentanza della miglior produzione mondiale: la sfida si compì ai massimi livelli.
Dopo una tremenda falcidia, la 50 di Gualtiero Brissoni arrivò prima al traguardo, unica della sua classe che portò a buon fine l’intera prova.
Nella stessa edizione brillarono anche Carlo Paganessi, 4° nella classe 100cc, e Alessandro Gritti, 2° nella classe 125cc.
Per la I.S.D.T USA (Massachusetts) di settembre, la Gilera mise in campo interessanti novità: due 50cc a corsa corta, con cambio a sette marce, un nuovo complesso di scarico, telaio e serbatoio in titanio, parafanghi e fiancatine in vetroresina, affidate a Fausto Oldrati e Gualtiero Brissoni , un modello da 75 cc, affidato a Giuseppe Signorelli, un 100 cc affidato a Cisco Gavazzi e due da 125 cc, affidati a Carlo Paganessi e Alessandro Gritti.
I telai in titanio, che garantivano alle piccole 50cc un peso di soli 69,50 kg, furono utilizzati solo nel 1973, dopodiché furono vietati dalla Federazione, e nessuno li potè più usare.
Curiosamente, i telai in titanio avevano 4 attacchi motore, anziché i canonici tre.
Gritti, Paganessi, Signorelli e Brissoni, rappresentarono l’Italia nel Vaso d’Argento, ma il ritiro di Paganessi il 2° giorno per problemi alla scatola filtro, e l’abbandono, proprio la mattina del 6° giorno, del 75 di Signorelli, per rottura del cambio, cancellarono tutte le speranze di vittoria.
Nel complesso si trattò di un’esperienza positiva che mise in mostra mezzi veramente efficienti e competitivi, che diedero filo da torcere un po’ a tutti.
Gualtiero Brissoni conquistò anche in questo caso la classe 50, seguito da Fausto Oldrati, ottimo terzo.
Nella classe 100, Vincenzo Gavazzi si piazzò 6° e Alessandro Gritti conquistò la 3° piazza nella classe 125. Tutti i piloti Gilera che tagliarono il traguardo conquistarono anche la medaglia d’oro.
Con la stessa moto, Gritti dominò il Campionato Italiano e si aggiudicò la classe 125 cc.
Anche l’impegno nel Campionato Europeo diede i suoi frutti: Gualtiero Brissoni si classificò secondo nella classe 50, Carlo Paganessi 4° nella classe 100, Alessandro Gritti 4° e Giuseppe Signorelli 5° nella classe 125.


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