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1945 – Alla fine del secondo conflitto mondiale, la Cecoslovacchia entrò a far parte del cosidetto “blocco comunista” e tutte le sue aziende furono nazionalizzate.
La Jawa venne raggruppata con i marchi CZ e Ogar.
Dopo aver centralizzato la direzione e la progettazione presso la Jawa, per diversi anni, le rispettive fabbriche, produssero le stesse moto con differenti marchi, ma per tutte, i consistenti investimenti statali ebbero l’effetto di riavviare immediatamente la produzione, concentrata su nuovi modelli, particolarmente semplici ed affidabili.

1946 – Rapidamente, gli impianti riacquistarono efficienza, ed i progetti, a lungo tenuti in disparte, si tradussero in una bella motocicletta con motore monocilindrico a due tempi da 250 cc, luce di scarico sdoppiata con due collettori separati e cambio a quattro rapporti, servito da una frizione semiautomatica.
La pressione sulla leva del cambio attivava automaticamente anche la frizione e questo optional rappresentò un importante passo avanti sulla concorrenza.

Nel 1946 fece, infatti, il suo esordio la Pérak, una moto di architettura razionale e moderna, che abbinava all’estrema affidabilità, la capacità di offrire sempre ottime prestazioni, anche con benzine di scarsa qualità.
Il telaio ricalcava il suo classico e semplicissimo schema costruttivo:
un triangolo formato da un monotrave in profilato quadrangolare di lamiera d’acciaio, sdoppiato nella parte posteriore al fine di contenere la ruota.
La moto era dotata di forcella telescopica sull’anteriore e ruota “guidata” sul posteriore; rifinita con un bel colore rosso vivo, incontrò immediatamente i favori del pubblico.
Nello stesso anno, la Jawa fu presente con un suo stand al Moto Salone di Parigi.
A fianco di due differenti versioni della Pérak (Typ 11), venne esposta una Jawa bicilindrica a quattro tempi, una Ogar 350 cc bicilindrica a due tempi (Typ 12), ed una CZ 125 cc, sempre a due tempi.
Va ricordato però, che la differenzazione dei marchi era fittizia, poichè le varie fabbriche appartenevano allo stesso padrone e non si limitavano a collaborare tra di loro, ma producevano le stesse moto.
Più che un modello in particolare, la denominazione Pérak, identificò un’intera serie con quattro differenti motorizzazioni, ed un, pressochè identico, allestimento ciclistico.
La serie Pérak venne completata nel giro di due anni e restò in produzione sino al 1954, quando fu sostituita dalla serie Kyvacka.


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