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1960 - Sino al 1959 la Gilera non commercializzò moto da fuoristrada e produsse solo una serie limitatissima di esemplari da competizione, destinati esclusivamente ai suoi piloti, e ad una ristretta cerchia di piloti privati, in buoni rapporti con la casa di Arcore.
Dal 1959 al 1964 furono prodotti circa 25/30 esemplari di Giubileo da fuoristrada, nella duplice cilindrata di 98 e 124 cc, ma a partire dal 1960, la Gilera ampliò, molto modestamente, la sua offerta e mise a disposizione dei privati un kit (parafanghi alti, tubo di scarico con tromboncino e manubrio alto), per trasformare il modello stradale nella replica del Giubileo, la cui fama, di vittoria in vittoria, cresceva giorno dopo giorno.
In occasione delle Valli Bergamasche, con partenza da san Pellegrino Terme, si presentò con le carte in regola per aspirare nuovamente alla vittoria.
Quattro Giubileo 98, affidate a Fausto Vergani, Canzio Tosi, Tullio Masserini ed Eugenio Saini, e due 125, affidate a Dante Mattioli e Luigi Gorini.
Malgrado l’impegno fosse ai massimi livelli, prevalse la sua eterna rivale, l’agguerritissima Guzzi, che non le diede mai tregua, e che occupò tutte le prime posizioni.
Il migliore dei gileristi fu Dante Mattioli, quinto.
Anche nel Campionato Italiano, pur non mancando i successi, le Gilera non riuscirono a risalire la classifica, schiacciate dalle inarrestabili Capriolo.

In realtà, il Giubileo 98 ebbe un avvio di stagione sottotono, ma continuò a crescere ed emerse solo alla fine, come l’ultima di Campionato Italiano, il Trofeo Ferruccio Gilera, dominato appunto dalla Gilera, successo tardivo e poco influente ai fini della classifica.
Il suo fu un vero e proprio crescendo trionfale che si concluse con una strepitosa affermazione internazionale.
Alla Sei Giorni austriaca di Bad Aussee, infatti il poker d’assi formato da Tullio Masserini, Eugenio Saini e Fausto Vergani, su Giubileo 98, e Luigi Gorini, su Giubileo 124, si aggiudicò il Vaso d’Argento, prevalendo su ben 22 squadre nazionali.
La differenza di cilindrata fra 98 e 124, fu evidenziata da un vistoso baffo bianco sul serbatoio, al posto del classico quarto grigio, ma le novità più importanti del 124 erano costituite dal nuovo cambio a cinque marce ed una maggior potenza di 10 cv a 7.500 g/m.
In seguito a questa clamorosa affermazione, il modello di punta del Giubileo si fregiò del nomignolo “Sei Giorni”.


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