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1965 - Bisogna aspettare sino al 1965 per vedere un po’ di novità ed un rinnovato impegno in campo agonistico.
Finalmente convinta di poter conquistare nuove fasce di mercato in un settore emergente ed in continua crescita, fu messo in commercio ed offerto al pubblico il primo modello da fuoristrada con la denominazione “Regolarità” e la colorazione nero e argento.
Il “Regolarità”, nella duplice cilindrata di 98 e 124 cc, sintetizzava tutta l’esperienza del glorioso Giubileo:
sull’anteriore fu montato l’avantreno del 175, le robuste forcelle con soffietti in gomma di protezione ed il grande mozzo di supporto, ammortizzatori posteriori Ceriani, telaio (derivato da quello stradale) a doppia culla continua, irrobustito in più punti, in particolare due rinforzi tubolari inclinati che congiungevano l'attacco ammortizzatore posteriore al perno del forcellone, la marmitta usciva bassa per risalire alta nel posteriore con lo scarico libero e terminale a tromboncino, manubrio largo, ruote artigliate, parafanghi alti in lamiera con tabelle portanumero, oltre a tutta una serie di accorgimenti che ne fecero subito una moto molto ambita fra i giovani, sempre più attratti da questo nuovo sport motoristico.
Come motore, il classico e collaudato 4 tempi, 56 mm di alesaggio x 50 mm di corsa, compressione 10:1, carburatore Dell’Orto UB22BS, a protezione del quale era possibile applicare un’apposita grembialina, potenza 10,5 cv a 8500 g/m.
Il cambio era ancora a quattro marce, ma la moto era complessivamente ottima e  sicuramente adatta a competere.

Sul versante agonistico la Gilera poteva contare su di un manipolo di ottimi piloti capitanati da Luigi Gorini e Tullio Masserini (entrambi impegnati nella classe sino a 100 cc), che parteciparono a tutte le prove del Campionato Italiano, sbaragliando la concorrenza.
Sino al 1965, era contemplata una sola classe, vinceva un solo pilota, il migliore in assoluto e la vittoria era quanto di più prestigioso si potesse immaginare.
Questo grande onore, nel 1959, toccò a Luigi Gorini ed al suo Giubileo 98; si laureò Campione Italiano, primo assoluto
Alla Valli Bergamasche, palcoscenico mondiale dominato dalle due tempi tedesche che, di anno in anno, crescevano in prestazioni e potenza, nessuno dei suoi uomini riuscì ad emergere, il risultato migliore lo colse Masserini 9°.
Il mediocre risultato fu come un campanello d’allarme che invitava a scelte radicali ed innovative, che, fortunatamente, non tardarono ad arrivare.


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