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1976 – Col passare degli anni, tutte le varie case impegnate nelle gare internazionali si trovarono a dover risolvere i medesimi problemi tecnologici, e persero progressivamente la rispettiva specificità per adottare, via via, soluzioni simili, che resero le varie moto sempre più uguali fra loro.
La ricerca nel campo delle sospensioni, ad esempio, portò ad ammortizzatori sempre più lunghi e, di fronte alla difficoltà di inserirli in modo efficiente nel telaio, la Jawa fu una delle prime case ad adottare il forcellone posteriore a banana, che nel giro di pochi anni fu “copiato” da un po’ tutte le moto concorrenti.
Col passare degli anni, la tecnologia ceca iniziava però, a segnare il passo, ed aumentarono progressivamente le componenti occidentali, come il carburatore Bing da 32 mm, montato sulla moto di Masita già da qualche anno, o i parafanghi Preston e le gomme giapponesi Sun o Did alla Sei Giorni di Zeltweg.
Tutte queste innovazioni, pur non essendo “autarchiche”, consentirono alle moto cecoslovacche di mantenere il passo sulla concorrenza ed il Campionato Europeo si concluse in modo trionfale con la conquista di tre classi, la 250 con Jiri Stodulka, la 350 con Kvetoslav Masita e la 500 con Stanislav Zloch.
Ma le KTM continuano a migliorare ed a soffiare sul collo delle moto cecoslovacche, come in in occasione della 4° prova, la Valli Bergamasche, Bratto 29-30 maggio,  dove la KTM si aggiudicò tre classi, la 175, la 250 e la oltre 350 e solo Kvetoslav Masita riuscì a vincere la classe 350, seguito da Josef Cisar, al secondo posto.

Alla Sei Giorni austriaca di Zeltweg (20/25 settembre), continuò la sperimentazione delle forcelle “ad aria”, già viste nel 1975.
Nel Trofeo i cechi si portarono immediatamente in testa, e tennero la posizione sino al 3° giorno, poi una caduta di Masita il 4° giorno, nel corso di una speciale, pregiudicò la prestazione complessiva e le Jawa si dovettero accontentare della seconda piazza alle spalle delle superlative Zundapp della BDR.
La disavventura non fu casuale, ma il frutto dell’errore tattico di iscrivere Masita nella 250 anziché nella sua classe elettiva, la 350, dove avrebbe vinto con facilità.
Nella 250, Gritti e la sua KTM ufficiale, vinsero tutte le speciali e misero sotto pressione anche il fuoriclasse cecoslovacco che, nel tentativo di risalire una posiszione, cadde malamente, proprio in una prova speciale.
La Cecoslovacchia rimase comunque una protagonista della manifestazione; oltre al secondo posto nel Trofeo, piazzò il Team composto da Sedlicka, Kuchar, Cinelka e Toman, al primo posto nel Vaso d’Argento.
L’unica vittoria di classe fu conseguita da Stanislaw Zloch, nella classe 500, seguito da Otakar Toman.


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