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1990 – La produzione scese sotto i ventimila pezzi nel 1989, per arrestarsi completamente l’anno successivo.
Il 1990 fu, in pratica l’ultimo anno di vita della Jawa; nei piazzali antistanti la fabbrica giacevano, ammassate e invendute, circa 100.000 moto destinate al mercato sovietico, anch’esso in piena crisi economica e nell’impossibilità di ritirare e onorare l’enorme commessa.
Il committente russo pretese infatti di pagare in rubli e non in dollari; l’accordo commerciale non andò a buon fine e per la Jawa fu la catastrofe.
Le moto non potevano essere rivendute né sui mercati occidentali, in quanto tecnologicamente molto arretrate, né sui mercati asiatici dove già venivano prodotte su licenza, ma a prezzi ancora più bassi di quelli d’origine e il dissesto economico divenne irreversibile.

Nel 1991, dopo un ultimo e disperato tentativo di stringere un accordo con la Cagiva, venne decretato lo stato di insolvenza ed il blocco definitivo della produzione.
Successivamente, un pò come l'ex-Cecoslovacchia, anche la Jawa fu divisa in due, la "Jawa Moto" e la "Jawa Divisov".
La "Jawa Moto", dopo una serie di vicissitudini abbandonò sia la vecchia sede alla periferia di Praga, sia la produzione di moto e continuò nell’attività metalmeccanica, ma semplicemente come fornitore della casa automobilistica Skoda.
La "Jawa Divisov", l'ex-reparto corse, situato nell’omonima città, una cinquantina di chilometri a sud di Praga  (JAWA Divishov a.s., Vlashimská 216, 257 26 Divishov Czech Republicsi), si occupa ancora oggi, con successo, della produzione e sviluppo, sia pure in quantità limitate, delle moto da speedway, continuando così la grande tradizione sportiva della Casa in questa disciplina sportiva.
La Repubblica Ceca (capitale Praga) e la Repubblica Slovacca (capitale Bratislava) esistono dal 1° gennaio 1993, in seguito ad un referendum che decretò la scissione della Cecoslovacchia in due stati indipendenti
Entrambi fanno parte dell’Unione Europea dal 1° maggio 2004.


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