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1982 – L’innovazione tecnologica cui si dedicarono un po’ tutti i costruttori di moto da enduro nei primi ’80 fu il mono ammortizzatore posteriore, e con esso, le nuove geometrie dei telai atti a rendere sempre più performanti le moto.
Nel 1982 comparvero le prime Jawa “mono”, realizzate con un sistema ibrido, abbinando due ammortizzatori convenzionali (i preferiti furono i Bilstein), come sulle cugine MZ.
La ricerca si protrasse a lungo senza trovare soluzioni particolarmente valide, tant’è che i due sistemi convissero per diversi anni, e solo dal 1985 il “mono” si estese a tutti i modelli.
Il passaggio al sistema mono favorì la nascita di nuovi telai ed il progressivo ritorno alla “triangolazione posteriore”, mediante il progressivo abbassamento dell’attacco a vite del traversino posteriore, che si perfezionò nel 1986.

Anche il 1982 fu avaro di successi nel Campionato Europeo, in linea con le modeste prestazioni alla Valli Bergamasche di Clusone (19/20 giugno), dove i risultati migliori furono colti da Chovancik, 3° nella prima giornata della classe 500, e da Janous, 3° nella seconda giornata della classe 175.
Alla Sei Giorni casalinga di Povazska Bystrica (20/25 settembre) i cecoslovacchi si presero la rivincita e conquistarono l’ultimo Trofeo della loro lunga carriera, ma va anche detto che non si trattò di una vittoria limpida, a causa di una molto sospetta serie di sabotaggi ai danni degli avversari più quotati.
Taiocchi perse il tappo dell’olio del motore pochi chilometri dopo il via, a Gustavsson non partì l’Husquarna la mattina del primo giorno, e al via del quinto grippò, la Zündapp di Kreutz si ruppe dopo addirittura più di tre anni filati senza un solo guasto, Medardo forò quattro volte in un giorno solo e molti altri episodi sospetti.
Il Team vincitore era composto da Jirhi Císar, Zdenek Belsky, Emil Chunderlík, Vladimír Janoush e Jozef Chovanchík.
Josef  Machaceck si aggiudicò invece la classe 175.


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