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1977 – Anche se, almeno sulla carta, la Jawa era ancora una moto vincente, la sua superiorità si ridusse progressivamente col passare del tempo.
Ciononostante, le moto cecoslovacche riuscirono a raccogliere allori ancora per qualche anno, sfruttando i vantaggi di un Regolamento non più attuale, arroccandosi nelle cilindrate più alte e, per questo motivo, meno frequentate.
Alla Sei Giorni, infatti, il Trofeo veniva assegnato al Team più forte e non al più avanzato tecnologicamente o al più preparato atleticamente.
La forza era inevitabilmente garantita dalla elevata cilindrata delle sue moto, la tattica si dimostrò vincente e permise alla Jawa di evitare lo scontro con un’agguerritissima concorrenza nelle classi più combattute e più “difficili”.
Grazie a questo espediente, conseguì, al tempo stesso, ottimi piazzamenti e risultati complessivi di grande rilievo.
Abbandonate ormai le classi 175 e 250, dove Hercules e KTM potevano vantare maggiori chances, la Jawa consolidò le sue posizioni nella classe 350, nella classe sino a 500 e nella classe oltre 500.
Per correre in questa categoria, fu predisposto un motore speciale di 510 cc (89 mm x 82 mm), capace di sviluppare 46 cavalli, a 5.500 giri/min.
Fu un esperimento isolato, limitato negli anni, ma soprattutto nel ridottissimo numero dei motori allestiti.
Non si trattava di una moto nuova, ma semplicemente di un motore più grande, inizialmente affidato al pilota Otakar Toman.
L’esperimento non diede i risultati sperati e, dopo tre anni, alla fine del 1979 venne definitivamente accantonato.

Durante la stagione scese in campo un nuovo telaio (Typ 658), che presentava significative novità nel posteriore e che fu testato in quasi tutte le cilindrate.
Alle spalle del motore, c’era un solo tubo che risaliva e che cancellava la tradizionale triangolazione centrale, praticamente schiacciata sotto la sella.
Grazie a questa nuova configurazione l’attacco superiore degli ammortizzatori fu notevolmente avanzato; in conseguenza,  il forcellone posteriore ritornò dritto.
Sulla moto dei piloti più rinomati furono montati i nuovi ammortizzatori posteriori Marzocchi a gas.
Il serbatoio in alluminio mantenne inalterata la sua forma, ma sulla produzione più recenete, il marchio Jawa non fu più applicato tramite un adesivo ovale, ma venne impresso direttamente nei due fianchi creando un incavo.
Come previsto la Jawa mantenne una posizione di rilievo nelle classifiche internazionali e concluse il Campionato Europeo con tre splendide vittorie di classe:
la 350, con Kvetoslav Masita, la 500, con Stanislav Zloch e la oltre 500, con Otakar Toman.
Alla Sei Giorni casalinga di Povazska Bystrica (5/10 settembre), la Jawa si affermò perentoriamente conquistando sia il Trofeo che il Vaso d’Argento.
Il Team che conquistò il Trofeo era composto da Kvetoslav Masita, František Mrázek, Stanislav Zloch, Jiri Stodulka, Otakar Toman e Josef Cìsar.
Masita e Stodulka si aggiudicarono anche le proprie classi, la 350 e la 500 cc.


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