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1983 – Nel corso della stagione i tecnici cecoslovacchi effettuarono i primi tentativi di introdurre il sistema di raffreddamento a liquido, sia sul modello da 125 cc a disco rotante, sia su di un nuovissimo prototipo da 80 cc, Typ 659, 48 x 44 pari a 79,6 cc, due tempi con ammissione a disco rotante e cambio a sei rapporti, in grado di erogare 18 cv a 12.000 g/m.
Lo schema progettuale di base ricalcava esattamente quello del modello da 125 cc, e l’uscita di scena della Tatran giustificava questa nuova avventura, ma la mancanza di adeguati finanziamenti fece abortire immediatamente il progetto, che non andò oltre i due esemplari iniziali, utilizzati anch’essi in modo molto saltuario, solo  in alcune prove.
Alla Sei Giorni inglese di Builth Wells (3/8 ottobre) la compagine ceca riuscì a raggiungere dei buoni risultati, malgrado le pessime condizioni metereologiche che “annegarono” le moto in mare di fango.
Dei 433 piloti iscritti alla partenza, solo 228 tagliarono il traguardo.
Il Team cecoslovacco si classificò 2° nel Trofeo.

1984 – Rispetto agli esordi, nell’immediato dopoguerra, molte cose erano cambiate, a cominciare dalle industrie motociclistiche impegnate nelle competizioni internazionali.
La Jawa, insieme con le moto della DDR, era uno dei pochissimi marchi ancora presenti negli ordini di partenza, mentre molte marche di spicco e vincenti, erano scese in campo solo recentemente, come ad esempio la folta schiera di moto giapponesi.
Emblematico il fatto che persino Cunderlik si allenasse e corresse nel cross nazionale con una Suzuki 250 del 1983, tecnologicamente modernissima rispetto alle ormai vecchie moto di casa.
La Jawa si presentò alle Valli Bergamasche, Castione della Presolana (12/13 maggio) con la 125 a disco rotante di Cisar munita di sistema di raffreddamento a liquido, ma con ancora gli ammortizzatori posteriori SACHS-Hydrocross.
Cisar si classificò solo 11°, ed il miglior risultato fu il 3° posto di Posledni nella classe 500, ma solo nella 2° giornata
La Jawa partecipò alla Sei Giorni olandese di Assen (6/10 ottobre) con diciotto moto, un esemplare da 125 cc, otto da 250 cc, sette 500 cc e due Quattro Tempi.
Tranne due modelli da 250 cc, tutte portarono a buon fine la gara.
Un risultato complessivo positivo, ma incapace di esprimere l’acuto vincente.
La Cecoslovacchia non andò oltre il decimo posto sia nel Trofeo che nel Vaso d’Argento.


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