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Dulcis in fundo, affrontiamo anche lo scabroso problema della corretta classificazione degli esemplari superstiti, sopravvissuti ai danni degli uomini e del tempo.
E’ necessario innanzitutto prendere atto che esistevano tre differenti livelli di produzione:
le moto ufficiali vere e proprie, in dotazione esclusivamente alle squadre in lizza per il Trofeo od il Vaso d’Argento, le moto prodotte in piccola serie per i Team nazionali e la clientela privata e le moto dismesse dal reparto corse, aggiornate e cedute ai numerosi Club Militari di Praga come il Dukla, il Ruda H. o l’UAMK.
Nella maggior parte dei casi, tutta una serie di interventi manutentivi o di restauro succedutisi nel corso del tempo, hanno creato una tale confusione di componenti e ricambi, da rendere praticamente impossibile distinguere la moto originaria dalle modifiche successive.
Di fatto le moto venivano tutte realizzate, a mano, nello stesso luogo e dalle medesime maestranze, le stesse  che, negli anni successivi al crollo del regime comunista, fecero incetta di moto e ricambi per rivenderle sui ricchi mercati occidentali.
Molte trasformazioni vennero quindi realizzate per rendere più commerciabili le moto in vendita e molte altre trasformazioni furono apportate nei mercati di destinazione dai nuovi proprietari, sempre con l’unico scopo di raggiungere sembianze al top dell’ufficialità.

Ai nostri giorni, risulta quindi estremamente difficile, in alcuni casi è quasi impossibile, valutare il grado di originalità di ogni singolo esemplare, per ognuno dei quali è indispensabile compiere un’accurata ricerca storica in grado di risalire alle origini e ricostruire tutte le varie fasi della sua esistenza, ivi compresi tutti i cambiamenti in corso d’opera.
Si può ragionevolmente stimare la produzione effettiva di Jawa da fuoristradia in una quantità compresa fra i 2.500 ed i 3.000 esemplari, lungo un arco di tempo compreso fra il 1947 ed il 1989.
Un dato è certo ed accomuna il marchio Jawa a tutti i più prestigiosi marchi motoristici del mondo: esistono più moto “ufficiali” (o sedicenti tali) di quante ne siano state effettivamente costruite.




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